Il saluto romano di Giorgos Katidis
Un calciatore greco ventenne non potrà giocare in nazionale, a vita, dopo l'esultanza di sabato
Sabato 16 marzo, durante la partita del campionato di calcio greco tra l’AEK Atene e il Veria, Giorgio Katidis, 20 anni, centrocampista dell’AEK, è corso a esultare sotto la tribuna dello stadio Olimpico di Atene il goal decisivo del 2-1 con il braccio teso. La Federcalcio greca, dopo essersi riunita in una seduta straordinaria per discutere del caso, ha deciso di sospendere a vita Katidis da tutte le nazionali (giovanili e maggiore), dichiarando l’episodio una grave provocazione, offensiva nei confronti di tutte le vittime della bestialità del fascismo e del nazismo.
Giorgos Katidis si è scusato con le persone offese e si è giustificato spiegando sul suo profilo Twitter di non essere fascista e di ignorare il significato del gesto. Anche il suo allenatore, il tedesco Ewald Lienen, ha preso le sue difese dicendo che Katidis è un ragazzo giovane che non ha idee politiche e che probabilmente ha visto quel gesto su Internet o da qualche altra parte e lo ha fatto senza conoscere il suo significato.