I primi problemi con il salvataggio di Cipro
Il giorno dopo l'annuncio del piano ci sono proteste e code agli sportelli, mentre gli aiuti sono stati duramente criticati dall'Economist
Il giorno dopo l’annuncio del salvataggio di Cipro da parte dell’Europa sono già cominciati i primi problemi e le prime critiche. Sabato centinaia di persone si sono messe in fila davanti alle poche banche aperte e davanti agli sportelli bancomat per ritirare i propri soldi ed evitare il prelievo forzoso dai conti correnti (fino al 10%) annunciato dal governo. Davanti al palazzo presidenziale a Nicosia c’è stata una manifestazione con alcune centinaia di persone.
Molte banche hanno chiuso con orario anticipato, mentre – a quanto riferiscono alcuni giornali – dai conti correnti è possibile ritirare tutti i propri soldi, tranne il 10% che sarà prelevato martedì mattina, quando le banche riapriranno.Il prelievo forzoso dai conti correnti è la prima e principale misura di austerità adottata dal governo cipriota in cambio dell’aiuto europeo.
Era una misura largamente anticipata. Il sistema bancario di Cipro è ritenuto sproporzionato rispetto alle dimensioni del paese: il PIL della nazione è di 17 miliardi di euro, mentre la somma totale dei depositi nelle banche arriva a 68 miliardi di euro. Cipro è considerato quasi un paradiso fiscale e negli anni ha attirato moltissimi depositi bancari di non residenti: circa la metà del totale si stima che appartenga a cittadini russi, greci e inglesi.
Una misura come quella di prelevare il 9,9% da tutti i depositi bancari superiori ai 100 mila euro era ritenuta necessaria da tutti i commentatori. I 10 miliardi serviranno anche a salvare le banche di Cipro che si sono indebitate prestando soldi alla Grecia. Per il leader europei – tedeschi in particolare – sarebbe stato difficile giustificare ai loro cittadini un prestito a Cipro che avrebbe finito con il salvare i depositi di moltissimi cittadini russi, e i grossi depositi superiori ai 100 mila euro sono detenuti in buona parte da cittadini esteri.
Quello che ha fatto scendere migliaia di cittadini in piazza nelle strade di Cipro è stata la decisione di applicare un prelievo del 6,75% anche a tutti i depositi inferiori ai 100 mila euro: quelli che appartengono in gran parte ai normali cittadini. Fino a questa cifra, il denaro depositato è assicurato in tutti i paesi europei dalle varie banche centrali: quindi in teoria, per quanto la crisi possa aggravarsi, i primi 100 mila euro che avete depositato in una banca europea dovrebbero essere salvi.
Il governo di Cipro ha scelto invece di colpire anche questi depositi, probabilmente per evitare di scaricare tutto il peso del prelievo sui conti correnti di cittadini esteri e cercando di ridurre così il rischio di perdere a lungo termine la fama di paradiso fiscale per i soldi russi. Il contraccolpo di questa scelta è stata la rabbia dei ciprioti. Circa 250 persone hanno manifestato ieri davanti al palazzo presidenziale.
In tutta l’isola si sono formate le prime code davanti agli sportelli dei bancomat. Le uniche banche aperte di sabato sono le banche cooperative, che sono state prese d’assalto da cittadini intenzionati a svuotare i loro conti correnti. In breve tempo anche le banche cooperative hanno abbassato le saracinesche. A Limassol un uomo ha minacciato di sfondare la vetrina di una banca cooperativa con il suo bulldozer dopo che gli impiegati gli avevano chiuso in faccia le porte della filiale. I ciprioti che hanno provato a trasferire il denaro dai conti correnti online hanno trovato il sistema bloccato.
Il presidente Nicos Anastasiades, eletto a fine febbraio, ha difeso la scelta di applicare il prelievo forzoso, sostenendo che le principali banche di Cipro sarebbero fallite se non fosse stato raggiunto l’accordo di venerdì notte e il fallimento di quelle banche avrebbe comportato perdite molto peggiori del 10% del denaro depositato. Un portavoce del governo ha promesso che i proprietari dei depositi saranno compensati con azioni delle banche e «altri mezzi» quando le banche saranno ricapitalizzate.
L’Economist ha attaccato duramente tutto il piano di aiuti, definendolo “ingiusto, miope e controproducente”. Secondo il settimanale economico britannico, nonostante le assicurazioni europee sul fatto che quello di Cipro sarà un caso unico, il prelievo forzoso dai conti correnti ha creato un pericoloso precedente. Nessun abitante dei paesi periferici dell’Europa può avere ora la certezza che il denaro che ha depositato in banca sarà al sicuro qualunque cosa accada.
Il piano poi sarebbe anche poco equo: al momento a Cipro il piano di aiuti sarà pagato da chiunque possiede un deposito in banca e che probabilmente ha poche responsabilità nella crisi in corso. Chi invece sarà salvato sono proprio quelli che dovrebbero pagare: chi ha comprato titoli di stato di Cipro, nonostante la sua situazione economica, le banche cipriote che hanno investito in titoli della Grecia, nonostante la sua di situazione, e infine coloro che hanno prestato soldi alle banche – che saranno salvate – comprando obbligazioni.
A queste critiche i leader ciprioti ed europei avevano già risposto, sostenendo che far fallire le banche o addirittura lo stato – come sembrano suggerire le critiche del settimanale – avrebbe avuto conseguenze enormi e difficilmente calcolabili.
L’ultimo errore, secondo l’Economist, è di natura strategica. Negli ultimi mesi la prospettiva di un collasso dell’eurozona si è allontanata principalmente grazie alla promessa della Banca Centrale Europea di aiutare qualsiasi paese che si sottoponga a un programma di aiuti europeo con tutte le condizioni di austerità che questo comporta. Con la scelta di applicare il prelievo forzoso, il “prezzo” di questa austerità è aumentato ancora, rendendo più sottile e meno efficace la rete di protezione della Banca Centrale Europea.