«Evitare il muro di Grillo»
Angelo Panebianco, sul Corriere della Sera, avverte che se il PD continuerà a inseguire il Movimento 5 Stelle chi succederà a Bersani rischia di trovarsi senza un partito
Angelo Panebianco, con un editoriale sul Corriere della Sera, avverte il Partito Democratico dei rischi che corre nel continuare ad “inseguire” Grillo. Quello principale è di andare a sbattere contro «un muro ben segnalato». Molti altri elettori potrebbero cominciare a chiedersi: perché votare PD invece di Grillo? E chiunque dovesse succedere a Bersani, aggiunge, potrebbe ritrovarsi senza più un partito.
Come era prevedibile, il matrimonio fra Pd e Movimento 5 Stelle non si celebrerà. Ma i danni che il Pd ha inflitto a se stesso, per non parlare del Paese, sono già tanti. Nei giorni e nelle settimane che hanno seguito la «non vittoria» elettorale, il Pd è apparso preda di una sorta di cupio dissolvi. La sua immediata apertura di credito a Grillo ha fatto pensare a una nemesi storica. Nel periodo che seguì la Rivoluzione d’Ottobre diversi partiti socialisti finirono per autodistruggersi nel tentativo di inseguire e blandire i movimenti antisistema (comunisti) dell’epoca.
In questi giorni, gli eredi del vecchio Pci si sono genuflessi di fronte a un movimento antisistema che ha la gagliardia e l’energia propria dei nuovi movimenti e che considera il Pd, al pari di tutti gli altri partiti, spazzatura, o giù di lì. Vincolato dalla sua vera, forse unica, identità (l’antiberlusconismo), condizionato dall’antica regola «niente nemici a sinistra», prigioniero di un ristretto gruppo dirigente, ormai sconfitto, che cerca di allontanare nel tempo la resa dei conti con gli avversari interni, il Pd, inseguendo Grillo, ha finito per buttare a mare quasi tutto ciò in cui aveva detto di credere durante la campagna elettorale. È difficile, ad esempio, continuare ad accreditarsi, di fronte ai partner europei, come campioni di europeismo mentre si cerca l’alleanza con un movimento il cui leader dichiara che l’Italia è già quasi fuori dall’euro.