Cosa si dice di papa Francesco
Come la stampa italiana e internazionale ha interpretato l'elezione di Bergoglio, tra aspettative, previsioni, aneddoti e banane
La notizia dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, a papa della Chiesa Cattolica è stata ripresa da buona parte dei giornali e dei siti di informazione del mondo. Con spunti, sfumature e riflessioni diverse, naturalmente, che possono essere d’aiuto per capire quali sono le aspettative sul pontificato iniziato ieri sera.
Sorpresa
L’inaspettata elezione di Bergoglio, al posto di altri cardinali dati come favoriti (Angelo Scola e Odilo Pedro Scherer), è l’elemento su cui puntano molti giornali per le loro prime pagine (in Italia, e all’estero). Il Corriere della Sera titola, per esempio, “La sorpresa di Francesco”, con un editoriale di Luigi Accattoli in cui il nuovo papa è definito “il Gesuita con il Saio”. Accattoli identifica diversi segni da cogliere nell’elezione di Bergoglio: il primo papa oltre l’Atlantico; il pontefice che viene dal Sud del mondo; la scelta di chiamarsi Francesco come il santo che in sogno sentì l’esortazione “ripara la mia Chiesa”; il fatto di essere stato già tra i più votati al Conclave del 2005 (si dice: non ci sono prove certe); il primo papa gesuita della storia.
Abitudini
I giornali dedicano naturalmente molto spazio a profili e descrizioni delle abitudini del nuovo Papa, fino a poche ore fa cardinale in Argentina. Puntano quasi tutti sugli stessi elementi: si sposta sui mezzi pubblici a Buenos Aires, non vive nell’episcopato ma in un piccolo alloggio, spesso si cucina da solo i pasti, in genere frugali. È attento alle questioni sociali, a quelle dei poveri soprattutto, e ha sempre invitato i suoi collaboratori a non fare spese inutili, a fare la carità e a evitare i lussi. Molti giornali italiani si concentrano, naturalmente, sulle origini piemontesi della famiglia di Bergoglio che pare sappia parlare anche in astigiano, oltre a cavarsela bene con italiano, inglese, francese e tedesco.
Alfabeto
Per raccontare papa Francesco, sul Corriere della Sera Gian Antonio Stella ha messo insieme un “alfabeto misto” con una selezione di dichiarazioni di Bergoglio date negli anni scorsi. Nel 2010 scrisse in un libro intervista che “A una chiesa autoreferenziale succede quel che succede a una persona rinchiusa in sé: si atrofizza fisicamente e mentalmente. Diventa paranoica, autistica”. Nell’alfabeto preparato da Cristina Nadotti su Repubblica sotto la “A” di aborto: “Ancora una volta si vuole limitare o eliminare il valore supremo della vita e ignorare i diritti dei bimbi a nascere. L’aborto non è mai una soluzione. Quando si parla di una madre incinta, parliamo di due vite: entrambe devono essere preservate e rispettate perché la vita è un valore assoluto».
Conclave
Paolo Rodari su Repubblica ricostruisce come possano essere andate le cose durante gli scrutini nel Conclave. Un’ipotesi è che Bergoglio sia stato eletto “dopo che al terzo scrutinio Angelo Scola ha indirizzato i suoi voti verso di lui”. I cardinali dell’America del Sud si sono mostrati uniti, mentre il fatto che Scola fosse italiano, “seppure anti-curiale”, lo ha reso per molti cardinali elettori troppo vicino a Roma e a quegli ambienti che, in un modo o nell’altro, hanno poi contribuito a far maturare in Benedetto XVI la scelta di dimettersi. Scherer, dice Rodari, non è “mai stato davvero in partita”, anche se era stato dato a lungo come uno dei papabili più credibili.
La Conferenza episcopale italiana era comunque convinta che Scola potesse essere eletto papa. Molti giornali parlano di un messaggio che la CEI avrebbe fatto circolare per errore poco dopo la fumata bianca, in cui si congratulava per “la notizia dell’elezione del Cardinal Angelo Scola a Successore di Pietro”. Il comunicato è stato ritirato e rapidamente corretto per inserire al posto del nome del cardinale italiano quello di Bergoglio. Gian Guido Vecchi sul Corriere ricorda che l’elezione di papa Francesco è stata resa possibile dalla fine della netta distinzione tra conservatori e progressisti nel Conclave, che tra il quarto e il quinto scrutinio si sono progressivamente convinti della necessità di trovare un riformista, certo moderato, ma più energico di quanto non fosse stato Ratzinger.
Italiani divisi
Giacomo Galeazzi ipotizza, sulla Stampa, che le cose al Conclave siano invece state più conflittuali, soprattutto tra gli italiani. L’articolo dice che al primo scrutinio Bergoglio avrebbe ottenuto a sorpresa il maggior numero di voti, complicando da subito le cose per Scola: nella “strada verso il Sacro Soglio è stata la confluenza di due cordate e di due ordini di valutazioni nettamente distinte: quella extraeuropea (e soprattutto sudamericana) intenzionata a portare per la prima volta il papato fuori dal Vecchio continente e quella curiale dei nemici-alleati Bertone e Sodano irriducibilmente ostili a Scola”. I cardinali non sono stati uniti e questo ha annullato le possibilità per un cardinale dei loro di avvantaggiarsi al Conclave fino all’elezione.
Francesco
I giornali dedicano anche molto spazio alla scelta di Bergoglio di farsi chiamare papa Francesco, il primo nella storia della Chiesa a farlo. Agostino Paravicini Bagliani su Repubblica ricorda le caratteristiche del Santo di Assisi cui fa riferimento il nome pontificale di Bergoglio: “povertà, evangelizzazione, scelta radicale di vita, pace tra i popoli, armonia con la natura, vita ermetica fuori dal mondo, ma anche in mezzo alla gente, con la gente, nelle città, obbedienza alla Chiesa, ma nello stesso tempo anche ricerca personale di una perfezione”. Nelle ore dopo l’elezione di Bergoglio in molti si sono chiesti se il nuovo Papa avesse scelto Francesco proprio in riferimento al santo di Assisi. Il cardinale Timothy Dolan ha confermato che il Francesco è quello di Assisi e che, durante la votazione, quando Bergoglio ha raggiunto i 77 voti è scattato un applauso tra i cardinali. Dolan ha rivelato altre cose sui progetti del Papa per i prossimi giorni, compresa la volontà di incontrare Benedetto XVI, cosa irrituale per molti osservatori, considerato che di solito è dalla sala stampa vaticana che arrivano queste informazioni, e solo per via ufficiale e vagliata dalle autorità ecclesiastiche.
Nella prossima pagina il significato geopolitico dell’elezione, che cosa ne dicono in Argentina e perché, secondo il Papa, “puoi camminare con una banana sulla testa e nessuno ti verrà a dire niente”.
Geopolitica
Vittorio Messori, esperto vaticanista e autore di molti libri sui temi della religione e del papato, rivela che a febbraio aveva affidato a Michele Brambilla della Stampa la previsione che il nuovo pontefice sarebbe stato Bergoglio. Non lo disse pubblicamente, scrive, per non partecipare al gioco dei pronostici ritenuto poco rispettoso nei confronti del Vaticano e soprattutto dei credenti. Messori ricorda di avere azzeccato la previsione “solo con un poco di conoscenza della realtà della Chiesa attuale”. I cardinali con Bergoglio hanno fatto una scelta geopolitica precisa: ridare attenzione a un continente fondamentale per il numero di fedeli cattolici, ma in difficoltà e con una costante riduzione di credenti che da anni preoccupa il Vaticano. E tra i cardinali sudamericani in Conclave è stato scelto un “ibrido”, un papa “al contempo iberoamericano ed europeo”.
Outsider
Anche secondo il Wall Street Journal Bergoglio è la persona ideale per gestire il passaggio dalla tradizione secolare di papi europei verso una Chiesa che guarda oltre l’oceano Atlantico. È ritenuto un buon punto di sintesi tra Europa e Americhe, ma è stato sempre relativamente lontano dal Vaticano e il Wall Street Journal si chiede se sia pronto e in grado di vincere le potenti gerarchie ecclesiastiche vaticane, cosa che a Benedetto XVI era riuscita solo in parte, e gli scandali – a partire da quelli sessuali – che le hanno interessate negli ultimi anni.
Sul New York Times si chiedono la stessa cosa, ricordando che da quando è cardinale Bergoglio ha trascorso pochissimo tempo a Roma, disinteressandosi di ciò che accadeva in Vaticano. Papa Francesco ha davanti a sé grandissime opportunità e sfide, ma anche problemi che si sono accumulati senza trovare soluzione: la diminuzione costante delle vocazioni, un Occidente sempre più secolarizzato, la concorrenza delle altre confessioni, le divisioni interne, gli scandali come il cosiddetto VatiLeaks, le vicende poco trasparenti dello IOR, il problema della pedofilia tra i sacerdoti e i casi di insabbiamento da parte di alti prelati sulle molestie. Essere un outsider, spiegano sempre sul New York Times, potrebbe comunque essere un elemento di forza per portare un cambiamento in come sono organizzate le cose in Vaticano, e un nuovo corso con il ripensamento di cariche e incarichi.
Argentina
Clarín, uno dei principali giornali dell’Argentina, parla di elezione a sorpresa e tra i tanti articoli dedicati all’evento si occupa anche di come è stata accolta la notizia dal governo e dalla presidente del paese, Cristina Kirchner. Il giornale ha definito “freddo e formale” il saluto di Kirchner al Papa, ricordando anche che il messaggio ufficiale è arrivato quasi un’ora dopo l’annuncio del nuovo pontefice. Pagina 12, giornale di sinistra, appare alquanto critico nei confronti dell’elezione di Bergoglio titolando “¡DIOS MIO!” e ricordando che in passato il nuovo papa fu accusato di complicità con la dittatura militare e di avere posizioni intransigenti nei confronti della comunità omosessuale.
Profilo basso
Molti giornali argentini si occupano delle abitudini semplici di papa Francesco, definito un uomo cui piace “il profilo basso”. O Globo, giornale brasiliano, ha puntato molto sul fatto che per la prima volta nella storia sia stato eletto un Papa sudamericano, anche se per i brasiliani è una mezza buona notizia, considerato che tra i papabili era dato favorito il loro cardinale Scherer. In Spagna El País parla di speranza per il Papa, mentre in Francia c’è qualche scetticismo sull’effettiva capacità di Bergoglio di affrontare i tanti problemi della Chiesa, considerato anche che non è molto conosciuto dai fedeli. Oltre a raccontare il nuovo Papa, i giornali britannici si occupano anche delle dichiarazioni fatte in passato da Bergoglio sulla delicata questione delle isole Falkland (Malvinas), contese tra Regno Unito e Argentina. Durante una cerimonia nel 2012 per i 30 anni dalla fine della guerra sulle isole, Bergoglio ricordò i morti del conflitto che combatterono per una “terra occupata dall’usurpatore”.
A piedi
Tornando in Argentina, La Nacion racconta un aneddoto sul giorno in cui Bergoglio fu creato cardinale da papa Giovanni Paolo II nel febbraio del 2001 a Roma. Fu raggiunto al mattino presto da un collaboratore che gli chiese come volesse recarsi in Vaticano per la cerimonia. “Come in che modo ci andiamo? A piedi!” rispose Bergoglio, aggiungendo per tranquillizzare il suo collaboratore mentre stava sorbendo un caffè: “Stai pur tranquillo che a Roma puoi camminare con una banana sulla testa e nessuno ti verrà a dire niente”. Alla cerimonia andò con un paio di familiari e il suo collaboratore, ai membri della delegazione chiese di restare a Buenos Aires e di dare in beneficenza i fondi che avevano raccolto per il loro viaggio.