La versione di Sheryl Sandberg
Il discusso libro sulle donne della brillante manager di Facebook, "Facciamoci avanti", raccontato da Enrico Deaglio su Repubblica
In questi giorni sui media statunitensi si sta parlando molto di un caso politico-culturale-editoriale-filosofico-mondano che si è creato attorno a un libro, che alcuni considerano il “manifesto femminista” del Ventunesimo secolo, mentre altri definiscono come l’ultima trovata di “una donna in carriera che straparla dall’alto di un paio di scarpe di Prada”. Il libro, la cui uscita internazionale è prevista per il 12 marzo, si intitola “Lean in, Women, Work and the Will to Lead” (edito da Knopf), tradotto in italiano da Mondadori come “Facciamoci avanti”: l’autrice è Sheryl Sandberg, brillante ex dirigente di Google, oggi numero due di Facebook, considerata da Forbes la quinta donna più potente del mondo, dietro a Hillary Clinton, Angela Merkel, Dilma Roussef, Sonia Gandhi, ma prima di Michelle Obama.
Enrico Deaglio ha incontrato Sandberg nella sede di Facebook e ha raccontato su Repubblica di cosa parlerà il libro, e qualcosa in più della “prima donna ad avere potere in un mondo strutturalmente maschile”.
Il 20 febbraio scorso ho preso il treno per Menlo Park e di lì un taxi per il quartier generale di Facebook nella famosa Silicon Valley. Sheryl Sandberg, la numero due del gigante dei social network, presentava un suo libro, in uscita internazionale il 12 marzo, a una ventina di giornalisti non americani. Consegnate le bozze, previo “giuramento” di rispettare l’ embargo, segue conferenza stampa, poi intervista one to onee infine visita al campus di Facebook. Tutto mi immaginavo, tranne che di diventare testimone di un clamoroso caso politico-culturale-editoriale-filosofico-mondano che si sta sviluppando in questi giorni intorno al libro. Nessuno lo ha ancora letto, ma sui giornali e sui blog americani sono ormai dozzine gli interventi. Sheryl Sandberg è l’ autrice del “manifesto femminista” del Ventunesimo secolo o l’ ultima arrivata donna in carriera che straparla dall’ alto di un paio di scarpe Prada? La paladina delle donne che lavorano o la privilegiata imboccata alla nascita con un cucchiaio d’ oro? L’ iniziatrice di un movimento mezzo secolo dopo la Mistica della femminilità, il libro di Betty Friedan che segnò la fine della supremazia maschile in Occidente? Edito da Knopf, il libro si chiama Lean in, Women, Work and the Will to Lead. Tradotto in italiano per Mondadori: Facciamoci avanti. Le donne, il lavoro e la voglia di riuscire, oltre duecento pagine di cui una cinquantina di dettagliatissime note sulla discriminazione, degne di una ricerca accademica.
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foto: Sheryl Sandberg (Spencer Platt/Getty Images)