La storia della foto simbolo della guerra a Gaza
Ritrae un uomo con suo figlio ucciso da un razzo: l'ONU ha detto che fu sparato dai palestinesi e non dagli israeliani
Una delle immagini simbolo degli otto giorni di guerra a Gaza iniziata nel 14 novembre 2012 è quella di un uomo che piange mentre tiene in braccio il corpo di un bambino avvolto in un lenzuolo bianco. L’uomo è Jihad Mashrawi, giornalista locale della BBC, e il bimbo era suo figlio Omar, di 11 mesi, ucciso a Gaza il primo giorno degli scontri tra israeliani e palestinesi. Fino a pochi giorni fa la responsabilità di quell’attacco era attribuita all’aviazione israeliana, che il 14 novembre aveva iniziato i bombardamenti sulla Striscia di Gaza lanciando l’operazione “Pilastro della Difesa”.
Un rapporto dell’Alto Commissariato dei Diritti Umani dell’ONU, pubblicato il 6 marzo, ha chiarito però che il missile che colpì la casa di Mashhrawi a Gaza era stato lanciato in realtà da Hamas, organizzazione palestinese che ha il controllo della Striscia di Gaza. Davide Frattini, sul Corriere della Sera, fa il punto di quello che successe il giorno dell’attacco e delle critiche che il rapporto ONU ha fatto agli attacchi indiscriminati di quei giorni, sia da parte palestinese che israeliana.
«Il 14 novembre una donna, il suo bambino di 11 mesi e un adulto di 18 anni sono stati uccisi nel quartiere di Zeitun da quello che sembra un razzo palestinese caduto prima di raggiungere Israele» Queste poche righe nelle 17 pagine redatte dalle Nazioni Unite sono state riprese e rilanciate perché toccano una delle immagini simbolo degli otto giorni di guerra a Gaza alla fine del 2012. Jihad Misharawi, che lavora nella Striscia per l’emittente britannica Bbc, porta in braccio il corpicino del figlio Omar avvolto in un lenzuolo bianco, piange disperato, lo culla ancora. Un missile ha colpito la sua casa, del bombardamento viene considerata responsabile l’aviazione israeliana che durante quel conflitto ha portato a termine 1.500 raid per rispondere al bersagliamento delle milizie.
(continua a leggere sulla rassegna del Ministero della Difesa)
foto: (AP Photo/Majed Hamdan, File)