Il Venezuela verso le elezioni
Il 14 aprile si sceglie il successore di Chávez: Nicolas Maduro è favorito su Henrique Capriles, capo dell'opposizione, che lo accusa di essere "malato" di potere
Il 14 aprile si tornerà a votare in Venezuela per eleggere il presidente che prenderà il posto di Hugo Chávez, morto per le complicanze di un cancro martedì 5 marzo. I leader dei due partiti maggiori venezuelani, il socialista Nicolas Maduro e il capo dell’opposizione Henrique Capriles, hanno annunciato nei giorni scorsi di volersi candidare.
Il mese di campagna elettorale che attende il Venezuela si preannuncia molto movimentato, dato che l’opposizione ha già accusato Maduro di non avere rispettato la Costituzione nella gestione del potere nei giorni successivi alla morte di Chávez. Venerdì 8 marzo Maduro, che era stato definito da Chávez suo erede politico, aveva prestato giuramento per diventare presidente ad interim del Venezuela. La cerimonia era stata duramente contestata da Capriles durante una conferenza stampa: Capriles, governatore dello stato di Miranda e leader della coalizione Mesa de la Unidad Democrática, aveva dichiarato: «Nicolas, tu non sei stato eletto», accusando i socialisti del partito di Chávez e Maduro di non rispettare la Costituzione e di essere “malati” di potere. Secondo le opposizioni la presidenza ad interim doveva essere assunta dal portavoce dell’Assemblea Nazionale, Diosdado Cabello.
Il segretario esecutivo della coalizione di opposizione, Ramón José Medina, ha spiegato quali saranno le difficoltà che incontrerà la Mesa de la Unidad Democrática in questa campagna elettorale: anzitutto in Venezuela non esiste il finanziamento pubblico ai partiti dal 1999, e ci sono molte restrizioni legali alla partecipazione di aziende del settore privato che vogliono contribuire alla campagna. Durante le elezioni di ottobre, ha spiegato Medina, ci furono molte pressioni sulle aziende che decisero di finanziare le attività delle opposizioni. Inoltre, sostiene sempre Medina, i funerali di Chávez si sono trasformati in un “atto di proselitismo elettorale” tutto a favore di Maduro.
Un altro problema per le opposizioni è l’appoggio che l’esercito venezuelano, che era rimasto fedele a Chávez per tutto il tempo della sua presidenza, sembra voler continuare a dare al partito di Maduro. Poco dopo l’annuncio della morte di Chávez, il ministro della Difesa venezuelano Diego Molero aveva ordinato il dispiegamento dell’esercito nelle strade di Caracas e in altre città del paese, per garantire la sicurezza e la calma. Molero si era incontrato con Cabello, Maduro e altri vertici del partito socialista, assicurando che l’esercito avrebbe garantito la continuità del potere dei socialisti, almeno fino alle elezioni.
Domenica 10 marzo Nicolas Maduro ha accusato Capriles di “incitamento all’odio” e di voler provocare le violenze nel paese insultando l’immagine di Chávez. Ad ogni modo molti osservatori credono che le opposizioni guidate da Capriles non avranno molte possibilità di vittoria alle prossime elezioni.
Foto: Henrique Capriles (JUAN BARRETO/AFP/Getty Images)