I due marinai italiani arrestati in India resteranno in Italia
Lo ha annunciato il ministero degli Esteri, accusando le autorità indiane di avere violato il diritto internazionale
Nel pomeriggio di lunedì 11 marzo il ministero degli Affari Esteri ha annunciato che i due marinai arrestati in India con l’accusa di avere ucciso due pescatori resteranno in Italia. I marinai Massimiliano Latorre e Salvatore Girone avevano ottenuto di tornare in Italia per le elezioni, e sarebbero dovuti successivamente ripartire per l’India dove sono in attesa di giudizio. Una nota del ministero degli Affari Esteri ha spiegato che:
L’Italia ha informato il Governo indiano che, stante la formale instaurazione di una controversia internazionale tra i due Stati, i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non faranno rientro in India alla scadenza del permesso loro concesso.
I due marinai avevano ottenuto nel dicembre del 2012 un permesso per tornare in Italia per due settimane durante le feste natalizie, in cambio di una “garanzia” di oltre 800mila euro da parte del governo italiano. Terminata la “licenza”, ripartirono regolarmente il 3 gennaio per l’India, dove il loro processo sarebbe stato trasferito dalla corte del Kerala che fino ad allora si era occupata del caso al tribunale di New Delhi. Il 22 febbraio la Corte suprema di New Delhi aveva concesso ai marinai il ritorno in Italia per votare alle elezioni, dove ora resteranno al termine della licenza. Secondo il ministero, le autorità indiane hanno violato “gli obblighi di diritto internazionale” soprattutto per quanto riguarda “il principio dell’immunità dalla giurisdizione degli organi dello Stato straniero”.
Latorre e Girone il 15 febbraio si trovavano sulla petroliera Enrica Lexie, battente bandiera italiana, al largo delle coste del Kerala, nel sud-ovest dell’India. Incrociò la rotta del peschereccio indiano St. Antony. I due fucilieri aprirono il fuoco verso il peschereccio uccidendo due pescatori indiani di 45 e 26 anni. Secondo gli italiani i colpi sarebbero stati sparati in seguito a una manovra sospetta del peschereccio, scambiato per una nave pirata. Secondo gli indiani la manovra della St. Antony nei confronti della Enrica Lexie sarebbe stata pacifica e volta a dare la precedenza alla petroliera italiana. La reazione dei militari italiani sarebbe stata esagerata e non aderente alle normali procedure, soprattutto perché i marinai della St. Antony non erano armati. All’incidente ha fatto seguito una lunga vicenda legale, influenzata anche dalla politica locale, che ha portato a mesi di permanenza dei due marinai italiani in India in stato di arresto.