Le proteste di ieri in Egitto
La conferma della condanna a morte di 21 persone per la strage di Port Said dello scorso anno ha causato nuove violente proteste nel paese
Il tribunale di Port Said, in Egitto, riunito al Cairo per motivi di sicurezza, ha confermato questa mattina la condanna alla pena di morte per 21 persone, nel processo per gli scontri seguiti a una partita della Serie A di calcio egiziana tra una squadra di Port Said, l’El-Masry, e l’Al-Ahly, una squadra del Cairo. Il 1 febbraio 2012, i tifosi dell’Al-Masry (la squadra locale) invasero il campo, lanciando pietre e bottiglie contro i giocatori dell’Al-Ahly (la squadra principale del Cairo) e attaccando poi i tifosi avversari: ci furono 74 morti e circa mille feriti. Migliaia di tifosi hanno manifestato oggi sia a Port Said, sia al Cairo, dove è stato dato fuoco alla sede della federazione di calcio egiziana: una persona è morta e almeno 15 sono state ferite.
Oltre alle condanne a morte, altre venti persone sono state condannate al carcere: cinque all’ergastolo e dieci a quindici anni, le altre invece a pene inferiori. Tra le persone condannate a quindici anni di carcere ci sono anche due poliziotti: Essam Samak, ex capo della sicurezza di Port Said, e Mohamed Saad, un funzionario. La corte ha prosciolto invece 28 persone, tra cui sette poliziotti. Già un mese fa c’erano stati violenti scontri a Port Said tra i tifosi della squadra locale e la polizia egiziana, davanti al carcere della città, in cui morirono 30 persone e più di 300 furono ferite.