Il “muro giallo” del Borussia Dortmund
La storia e le foto di una delle cose più belle e spettacolari del tifo calcistico europeo: la curva sud del Westfalenstadion
di Francesco Marinelli – @frankmarinelli
Prima che iniziasse la partita di ritorno degli ottavi di finale di Champions League tra Borussia Dortmund e Shakhtar Donetsk, giocata ieri e vinta dal Borussia per 3 a 0, circa venticinquemila persone hanno fatto la fila lungo gli ingressi della tribuna sud del Signal Iduna Park – per tutti, da sempre, il Westfalenstadion – portando con sé delle sedie di plastica, per prendere posto sulle gradinate di cemento e formare il “muro giallo”. Si è trattato di un caso particolare – le regole della UEFA richiedono di assistere alle partite negli stadi stando seduti – ma di solito i tifosi del Borussia Dortmund fanno il tifo in piedi. La loro curva è la più grande del mondo, non c’è mai un posto vuoto: per questo vengono definiti “il muro giallo” e sono una delle cose più belle e spettacolari del tifo calcistico europeo.
Nella curva sud, a comporre il “muro giallo”, tra qualche macchia di nero – come i colori della squadra – ci sono più di cento gruppi organizzati. In Italia li chiameremmo “ultras”, ma lì sono una cosa molto diversa rispetto al tifo organizzato italiano. Il primo gruppo a organizzare la coreografia è stato quello dei Desperados, nel 2001. Uno dei leader dei tifosi del Borussia Dortmund è Jan-Henrik Gruszecki, nella tribuna sud lo conoscono praticamente tutti.
Nell’ultima stagione, ogni singola partita al Westfalenstadion è stata seguita in media da 80mila persone: più alta di quella del Camp Nou, lo stadio dove gioca il Barcellona, e di quella dell’Old Trafford, dove gioca il Manchester United. Lo stadio ha una capacità di 80.552 posti, che per le partite internazionali si riduce a 65.718. In tribuna sud la capacità è di 24.454 posti, tra le varie gradinate di cemento. Lo stadio è stato inaugurato nel 1974, in occasione dei Mondiali di calcio, e si chiamerà ufficialmente Signal Iduna Park fino a luglio 2016, quando scadrà il contratto di sponsorizzazione con l’azienda tedesca, che l’ha acquistato nel dicembre 2005, quando la società del Borussia Dortmund stava per fallire.
Un video realizzato da SkySport sulle abitudini dei tifosi del Borussia Dortmund
Oltre alla passione dei tifosi, probabilmente, il fatto che lo stadio del Borussia sia sempre così pieno dipende anche dalle politiche delle società tedesche sui prezzi dei biglietti, che sono tra i più bassi d’Europa: l’abbonamento stagionale per la curva sud del Borussia Dortmund costa dai 180 ai 190 euro, mentre il biglietto per la singola partita costa 11 euro. Si tratta di una politica che la società pratica da sempre, per permettere ai tanti muratori e minatori della zona della Ruhr di seguire le partite del Borussia Dortmund. Ad oggi ci sono 37mila persone in attesa di trovare un posto in mezzo al “muro giallo”, dato che tutti gli abbonamenti vengono rinnovati di anno in anno.
La tribuna sud del Westfalenstadion è spoglia, fatta soltanto di gradinate di cemento. Si tratta di una scelta precisa della società. Hans-Joachim Watzke, amministratore delegato del Borussia Dortmund, ha spiegato che se la società avesse deciso di costruire in tribuna dei seggiolini, o se si fossero costruiti dei box di lusso coperti di cartelloni pubblicitari, il Borussia Dortmund avrebbe aumentato i propri ricavi, ogni anno, di almeno 5 milioni di euro. Ma questo non accadrà mai, perché nella tribuna sud deve esserci soltanto il “muro giallo”. In Germania, il forte legame tra i tifosi e le società dipende, in parte, anche dalla struttura societaria della maggior parte delle squadre tedesche, in cui i tifosi delle società possiedono il 50 per cento più uno delle azioni: nella Bundesliga, il campionato tedesco, soltanto tre squadre, il Bayer Leverkusen, il Wolfsburg e l’Hoffenheim, sono di proprietà di aziende private.
I tifosi del Borussia Dortmund passano quasi tre ore sulle gradinate della curva sud, anche se la partita dura 90 minuti. Nella partita di campionato, giocata al Westfalenstadion contro l’Hannover il 2 marzo 2013, il “muro giallo” ha cantato e alzato le sciarpe della squadra già un’ora prima che la partita iniziasse.
Tutti i tifosi della curva sud del Borussia Dortmund seguono le indicazioni di Oliver Ricken, un ragazzo di 24 anni che da un anno e mezzo circa è incaricato di gestire i cori. In ogni partita Oliver Ricken si posiziona sopra una specie di piccolo palco rialzato, proprio di fronte alla curva: per tutto il tempo annuncia e urla i cori che la curva ripete, girandosi continuamente tra il campo e i tifosi. Il principale coro che si sente nel “muro giallo”, impostato con diverse melodie, è la citazione dell’acronimo del nome della squadra: “BVB”, Ballspiel-Verein Borussia.
Il “muro giallo” di solito non invoca il nome dei giocatori, dicono i tifosi, perché i giocatori passano, mentre il Borussia Dortmund rimane. Ma c’è un’eccezione: Kevin Grosskreutz, attaccante tedesco di 25 anni, idolo dei tifosi del Borussia Dortmund che lo considerano «uno di noi». Kevin Grosskreutz è nato a Dortmund, è da sempre un tifoso e abbonato della curva sud e quando non gioca, guarda le partite in mezzo al “muro giallo”.
C’è poi la questione della sicurezza: stare in piedi allo stadio non ha rappresentato fino a oggi un problema concreto, dato che non ci sono stati gravi episodi di violenza. Le norme della federazione tedesca lo permettono, anche se un rapporto della polizia nell’inverno scorso ha aperto un dibattito sulla questione: secondo un rapporto della polizia gli incidenti negli stadi hanno raggiunto nel 2012 il livello più alto degli ultimi dodici anni.
Dopo la pubblicazione del rapporto, la federazione tedesca (Deutscher Fussball-Bund, DFB), ha preso in considerazione l’idea di ridurre il numero dei posti in piedi negli stadi, che doveva entrare in vigore a partire dal 12 dicembre 2012: i tifosi, compresi quelli del “muro giallo” del Dortmund, hanno protestato rimanendo in silenzio, per quattro giornate consecutive, per 12 minuti e 12 secondi, durante ogni partita.