Il Venezuela dopo Chávez
Le foto da Caracas e le cose da sapere su una situazione delicata: sette giorni di lutto nazionale, venerdì i funerali, le nuove elezioni entro un mese
Nel tardo pomeriggio di martedì 5 marzo (in Italia era notte) a Caracas è morto il presidente venezuelano Hugo Chávez, dal 2011 malato di cancro. La notizia è stata data dal vicepresidente Nicolas Maduro dopo che negli ultimi giorni erano state confermate le voci sul progressivo aggravarsi delle condizioni cliniche di Chávez, a causa di un’infezione particolarmente estesa. Con la morte del suo presidente, rieletto a ottobre per un nuovo mandato, si apre per il Venezuela un periodo molto delicato che potrebbe portare nuova instabilità politica e sociale, considerato che il paese è molto diviso tra chi sosteneva Chávez e i suoi oppositori.
Il ministro degli Esteri venezuelano, Elias Jose Jaua Milano, ha dichiarato sette giorni di lutto nazionale in onore del presidente. Il funerale di Hugo Chávez si terrà venerdì 8 marzo a Caracas. Maduro manterrà la presidenza del paese ma ha annunciato che saranno indette nuove elezioni entro un mese. Maduro si candiderà come leader del Partito Socialista Unito di Venezuela (PSUV), il partito nato dallo scioglimento del Movimento Quinta Repubblica e che mette insieme le forze politiche e sociali che in questi anni hanno sostenuto la cosiddetta Rivoluzione Bolivariana guidata da Hugo Chávez. Non è però ancora chiaro con quali tempi e modalità si svolgeranno le nuove presidenziali.
Durante il proprio breve discorso alla televisione, Maduro ha invitato la popolazione a non cedere alla violenza: “Nei nostri cuori dovrebbe esserci solamente un sentimento: l’amore”. Il governo del paese teme comunque che si possano verificare rivolte o scontri tra i sostenitori di Chávez, che da ieri manifestano e celebrano il loro leader soprattutto a Caracas, e chi in questi anni si era opposto alle sue politiche ritenute poco o per nulla democratiche. Le forze armate e la polizia venezuelane sono in stato di allerta e controllano le principali città, proprio per ridurre la possibilità di scontri e di grandi rivolte.
Mercoledì 6 marzo una processione sarà organizzata a Caracas per trasportare il corpo di Hugo Chávez dalla clinica in cui è morto all’Accademia militare della città. Lì sarà allestita una camera ardente per consentire alla popolazione di vederlo e fargli visita, in attesa del giorno del funerale. Dopo la notizia della sua morte, centinaia di persone si sono riunite intorno alla clinica dove era ricoverato, scandendo slogan come “Siamo tutti Chávez” e “Chávez vivrà per sempre”.
Le condizioni di salute di Chávez si erano aggravate sensibilmente negli ultimi mesi, quindi la notizia della sua morte non ha sorpreso più di tanto né i sostenitori né gli oppositori del presidente. Mentre il PSUV ha fatto intendere che il proprio candidato alle prossime elezioni sarà l’attuale vicepresidente Maduro, non è ancora del tutto chiaro chi sarà il leader dell’opposizione a sfidarlo. Secondo numerosi osservatori politici il compito spetterà a Henrique Capriles Radonski, che sfidò alle ultime presidenziali Chávez ottenendo il 45 per cento dei consensi contro il 54 per cento del presidente uscente.
Capriles ha chiesto al governo di seguire alla lettera quanto stabilisce la Costituzione, evitando altre soluzioni che non sarebbero democratiche e potrebbero complicare il passaggio di potere nel paese. Ha anche ricordato al vicepresidente di non avere paura, confermando che le opposizioni si daranno da fare per garantire il mantenimento della pace.
Con ogni probabilità, Maduro vincerà le nuove elezioni e diventerà ufficialmente il successore di Chávez, che in più di una occasione aveva invitato la popolazione a votare per il suo vice nel caso in cui lui fosse morto, o la malattia gli avesse impedito di continuare a governare il paese. Resta però da capire se Maduro avrà la capacità e il sostegno di tutte le componenti del partito necessari per governare il paese, alle prese con difficoltà economiche e alti livelli di criminalità. Nei suoi anni di governo, Chávez organizzò diverse iniziative per garantire l’assistenza sanitaria e l’istruzione universali alla popolazione, sfruttando in primo luogo i grandi ricavi ottenuti grazie alla vendita del petrolio all’estero. Ma le sue politiche non si sono rivelate molto efficaci per combattere la povertà, le differenze sociali e la disoccupazione, che sono ancora molto diffuse nel paese.
A Cuba, paese con stretti rapporti con il Venezuela e in cui Chávez si era fatto curare, il regime ha indetto tre giorni di lutto nazionale. La televisione cubana ha ricordato l’impegno del presidente, rimasto “al fianco di Fidel Castro come un vero figlio”. Il presidente dell’Argentina, Cristina Fernandez Kirchner, ha rinviato buona parte dei propri impegni, mentre il Parlamento del Perù ha tenuto un minuto di silenzio. Evo Morales, il presidente della Bolivia, ha annunciato di essere in partenza per Caracas. La morte di Chávez potrebbe portare al cambiamento di diversi equilibri nell’America del Sud, favorendo una rimonta dei partiti centristi e più moderati a scapito di quelli di sinistra. Molto dipenderà dall’esito delle nuove elezioni e dalla capacità di Maduro di tenere insieme il paese.