Google e la legge tedesca sul copyright
Il parlamento della Germania ha stabilito nuovi limiti per la libera pubblicazione delle anteprime dei testi sui motori di ricerca
Il 1 marzo 2013 il Bundestag, il Parlamento tedesco, ha approvato alcune modifiche al disegno di legge presentato nell’agosto 2012 da CDU e FDP, i partiti di maggioranza di governo, sulle norme che regolano il diritto d’autore. Il provvedimento, Leistungsshutzrech fur presseveleger, era stato presentato dopo un lungo dibattito sul ruolo di Google News, il servizio online offerto da Google come aggregatore che indicizza le notizie principali dalle fonti giornalistiche disponibili in rete, lanciato nel 2002.
Rispetto alla prima stesura della legge, presentata nel mese di agosto 2012 e votata il 1 marzo con 293 voti favorevoli e 243 contrari, il Bundestag ha introdotto un emendamento che modifica in parte la norma sul diritto d’autore. In base a queste modifiche, i motori di ricerca e gli aggregatori potranno utilizzare in futuro soltanto singole parole o brevi estratti dei prodotti editoriali che sono liberamente disponibili online. Altrimenti, si dovrà pagare agli editori tedeschi un corrispettivo per il materiale utilizzato.
Nei prossimi mesi sarà specificato cosa si intende per “brevi estratti”. Secondo la prima versione della legge, gli aggregatori di notizie avrebbero dovuto pagare una tassa anche per l’utilizzo di titoli, mentre ora l’uso di anteprime del testo (brevi estratti o singole parole) sono gratuiti. Google News, per esempio, pubblica nelle ricerche estratti di testo: quello che i giudici tedeschi dovranno stabilire è quale sarà il limite di pubblicazione. Si può dire quindi che allo stato attuale il limite imposto dalla legge non è interpretabile in maniera univoca. Inoltre, sembra di capire che la legge riguardi soltanto i materiali pubblicati dalle aziende editoriali e non dai singoli privati, che pubblicano contenuti e gestiscono siti personali.
In Germania, a differenza di quanto fatto in Francia e in Belgio, Google non ha trovato un accordo con gli editori tedeschi, che hanno sostenuto da subito il provvedimento: secondo l’Associazione Nazionale degli Editori (BDZV) dovranno essere le imprese editoriali a stabilire, insieme agli aggregatori, quali sono le condizioni per pubblicare le loro notizie. Nel caso in cui non sarà trovato un accordo, saranno i giudici a stabilire, caso per caso, la violazione del limite sul “breve estratto”. Oppure, Google e gli altri aggregatori potrebbero decidere di non pubblicare il materiale di determinate imprese editoriali.