L’inceneritore di Parma è stato acceso
Ieri è stata avviata la fase preliminare del progetto, molto contestato dall'amministrazione comunale: il punto su una situazione molto complessa e non ancora conclusa
Il 1 marzo 2013 è stata avviata la fase preliminare del Polo Ambientale Integrato di Parma, cioè l’impianto dell’inceneritore che si trova più precisamente a Ugozzolo, in provincia di Parma. L’impianto, di proprietà della IREN, è stato al centro di polemiche e procedimenti giudiziari negli ultimi mesi. L’inceneritore era stato molto contestato in città dal candidato sindaco Federico Pizzarotti – poi eletto – e dal Movimento 5 Stelle, che ne avevano fatto uno dei temi principali della campagna elettorale: avevano promesso di bloccare il progetto, anche a costo di pagare delle penali.
Come scrive l’IREN sul proprio sito, e secondo quanto previsto dalle procedure, in questa fase preliminare verranno avviate alcune attività tecniche complementari per la messa a punto del sistema, attraverso sistemi a caldo alimentati dal gas metano. La fase preliminare, che durerà circa 30 giorni, servirà a verificare gli automatismi dell’impianto e i macchinari dell’inceneritore. Inoltre, tramite quattro centraline di monitoraggio, verranno controllati la qualità e la quantità delle emissioni dei camini.
Per i primi test sui rifiuti si dovrà aspettare il mese di aprile, quando le apparecchiature saranno portate a regime. Sull’impianto però ci sono ancora delle questioni aperte: scrive il Fatto Quotidiano che Pizzarotti potrebbe ancora appellarsi al fatto che un permesso sulla costruzione dell’inceneritore era scaduto per due volte, rendendolo così abusivo. La questione è complessa e comunque il Tribunale del Riesame, il 7 dicembre 2012, aveva respinto la richiesta di sequestro dell’inceneritore fatta dalla Procura, proprio su questo punto, perché non ci sarebbe stato un abuso edilizio.
Nelle motivazioni della sentenza però, il Tribunale aveva spiegato che si sarebbe invece dovuta formulare un’ipotesi per il reato di corruzione, sulla decisione di classificare l’impianto come opera pubblica, e per un versamento da parte della ex ENIA (oggi IREN) al Comune di Parma. Quello di dicembre era stato tra l’altro il secondo parere negativo sulla richiesta di fermare i lavori nel cantiere dell’inceneritore, dopo il primo no del giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Sarli nel settembre 2012.
Foto: Federico Pizzarotti, sindaco di Parma (LaPresse)