Boldrin lascia Fermare il Declino
È successo durante la Direzione Nazionale di FARE, non molto serena, dove si è discusso ancora molto delle lauree di Giannino
Michele Boldrin, co-fondatore di Fermare il Declino insieme – tra gli altri – a Oscar Giannino e Luigi Zingales, ha annunciato oggi le sue dimissioni dal movimento. Boldrin ha pubblicato sul suo profilo Facebook una serie di post molto duri nei confronti di alcuni membri della direzione nazionale di FARE, che si è conclusa da poco a Milano. Nel post in cui annuncia le dimissioni, Boldrin scrive:
«Mi vergogno di aver fondato un movimento e di avergli regalato le mie idee, oltre a sei mesi della mia vita, perché poi finisse in mano a pusillanimi ed arrivisti di terzo livello come costoro. Addio. E’ ora di fare dell’altro»
Prima dell’inizio della direzione nazionale, che era aperta ai soli iscritti ma che è stato possibile seguire in streaming sul sito del movimento (con molti problemi tecnici), sul gruppo Facebook di Fare per Fermare il Declino era stata pubblicata una lettera che Boldrin ha mandato ai membri della direzione. Boldrin ha negato con un tweet e con un post di essere stato responsabile della pubblicazione della lettera sul social network, e ha anche smentito di averla inviata al sito Dagospia, come qualcuno aveva ipotizzato su Facebook. Ad ogni modo, la lettera è stata poi pubblicata sul sito ufficiale di Fermare il declino. Le richieste di Boldrin, che seguono i deludenti risultati elettorali della lista di FARE, sono riassumibili abbastanza efficacemente in questo passaggio:
«Quando si è di fronte ad errori di questo tipo e quando tali errori portano a conseguenze tanto drammatiche quanto quelle delle ultime settimane allora vi sono solo due strade possibili: o ben i responsabili degli errori hanno la capacità di farsi spontaneamente da parte oppure occorre che il collettivo per il quale lavorano chieda loro di andarsene. Occorre, in altre parole, che il principale cambi l’agente visto che l’agente, dopo aver fallito, non ha tratto le ovvie e giuste conseguenze che, in tutte le organizzazioni meritocratiche, gli agenti traggono quando falliscono: si dimettono, subito.
Purtroppo, a tutt’oggi, solo due persone hanno fatto tempestivamente e volontariamente il gesto adeguato alla circostanza: Oscar Giannino e Flavio Pasotti. Gliene voglio dare nuovamente atto e li ringrazio di cuore. Oscar e Flavio, come ho detto, si sono assunti le loro responsabilità e da giorni si sono irrevocabilmente dimessi da ogni ruolo. Credo che altrettanto debba fare ora l’intera nostra struttura centrale, non solo perché non necessaria al processo costituente ma anche perché collettivamente ed individualmente responsabile di errori sistematici».
Nella lettera Boldrin ha chiesto anche che la direzione nazionale non prendesse nessuna decisione politica fino al congresso costituente, e che si limitasse a svolgere funzioni di ordinaria amministrazione. Inoltre ha dissentito con Silvia Enrico, che vorrebbe che il movimento partecipasse alle prossime elezioni locali: Boldrin crede che FARE non abbia le forze necessarie e che di certo non possa essere un “centro” a decidere di imporre un tale impegno a livello locale.
Oltre alle divergenze politiche, che sembrano essere la causa principale delle dimissioni di Boldrin, Fermare il Declino pare avere accusato molto il caso del master e delle lauree false di Oscar Giannino. Le false dichiarazioni di Giannino erano state rivelate da un altro fondatore del movimento, Luigi Zingales, e durante la direzione nazionale di questa mattina le discussioni sul caso Giannino sono state molto accese, tanto che a un certo punto Silvia Enrico ha deciso di sospendere i lavori per circa mezz’ora. Alcuni membri avevano detto che i fondatori di FARE, tra cui quindi anche lo stesso Boldrin, sapessero delle bugie di Giannino almeno quattro giorni prima delle dimissioni di Zingales.
A testimoniare quanto le cose si stiano complicando, durante la diretta streaming della direzione Boldrin ha pubblicato un post su Facebook riferendosi a quanto stavano dicendo alcuni membri della Direzione Nazionale, tra cui Silvia Enrico, Lorenzo Gerosa (tesoriere e portavoce) e Flavio Pasotti (segretario organizzativo, su cui evidentemente Boldrin ha cambiato idea nel giro di qualche ora) :
«La quantita’ di balle che sento raccontare in Direzione da Enrico, Pasotti, Giaconia e Gerosa è ridicola»
Poi su Twitter ha ringraziato altri membri della direzione che invece hanno sostenuto le sue posizioni: Riccardo de Caria, Marco Esposito e Gilberto Bonaga. La direzione era stata convocata sabato 23 febbraio, alla vigilia del voto: l’ordine del giorno era stato inizialmente pensato per analizzare i risultati elettorali, costituire una commissione statuto e nominarne i componenti, e convocare i congressi regionali e quello nazionale.
Foto: Michele Boldrin, Jacopo Raule/Getty Images