La storia di Coluche
Il comico francese che fece un film con Beppe Grillo e si candidò alle elezioni presidenziali del 1981
C’è una storia francese che è un affascinante precedente di quello che è successo in Italia in queste elezioni. Il 30 ottobre 1980 il popolare comico francese Coluche annunciò ufficialmente, con una conferenza stampa, che si sarebbe candidato alle elezioni presidenziali francesi dell’anno successivo. La sua candidatura, disse, voleva dimostrare l’incapacità cronica dei politici francesi. Tra i suoi slogan c’erano «L’unico candidato che non ha bisogno di mentire» e «Prima di me la Francia era tagliata in due, dopo di me sarà piegata in quattro».
La sua candidatura venne accolta con entusiasmo da molti francesi, cosa che sorprese in primo luogo lo stesso Coluche. Si crearono comitati di sostegno in tutto il paese e ricevette l’appoggio di alcuni intellettuali famosi, tra cui il filosofo Gilles Deleuze. Una settimana dopo uscì un film comico con Coluche e Gérard Depardieu che ebbe un grande successo, “Inspecteur La Bavure” del regista Claude Zidi.
Il seguito mensile satirico Hara-kiri si diede a sostenere con entusiasmo Coluche, chiamato “il candidato nessuno” oppure, nello stile sboccato del giornale, il candidato “blu, bianco e merda”, dai colori della bandiera francese. Di lui si occuparono anche i giornali più istituzionali, tra cui il Journal du Dimanche che parlò di un sostegno nei suoi confronti intorno al 16 per cento. Nel frattempo, Coluche faceva la campagna elettorale con i suoi spettacoli dal palco del famoso teatro parigino “Gymnase”.
Il mondo politico francese reagì alla candidatura di Coluche con un misto di iniziale indifferenza e, in seguito, di crescente fastidio. I giornalisti che gli diedero spazio furono molto attaccati, mentre in televisione le sue apparizioni scomparvero progressivamente. Il clima nei confronti di Coluche si fece sempre più ostile sia nei mezzi di comunicazione che nel mondo politico. Il 27 novembre 1980 il regista di alcuni suoi spettacoli, René Gorlin, venne ucciso: si scoprì solo un anno più tardi che il movente del delitto era passionale, ma Coluche ne fu molto colpito. A metà aprile 1981 (pochi giorni prima del primo turno) annunciò il suo ritiro, invitando a votare per il candidato socialista François Mitterrand, che vinse al ballottaggio del 10 maggio 1981 contro Valéry Giscard d’Estaing, diventando il primo presidente socialista della Francia.
Chi era Coluche
Coluche era nato Michel-Gérard-Joseph Colucci (suo padre era di origine italiana) il 28 ottobre 1944, a Parigi. Crebbe nella banlieue di Montrouge, nel sud della città. Veniva da una famiglia povera e suo padre morì quando lui aveva tre anni: sulle sue origini diceva «Non sono un nuovo ricco, sono un antico povero».
Dopo aver abbandonato presto gli studi e cambiato parecchi lavori, Coluche divenne famoso a Parigi tra la fine degli anni Sessanta e i primi degli anni Settanta, con alcuni spettacoli di cabaret e soprattutto con “Le Café de La Gare”, un locale di spettacoli da cui uscirono diversi celebri comici francesi. Poi si diede alla televisione, dove comparve in diversi programmi con i suoi sketch, ai film e alla conduzione radiofonica: di solito veniva cacciato dai programmi dopo le prime puntate, perché il suo umorismo piuttosto spinto causava immediate sospensioni (una volta aprì la trasmissione con «Buongiorno! Siamo in diretta dalla rocca delle puttane»). Il suo sketch comico più famoso è “Le Schmilblick“, che prendeva in giro un celebre quiz televisivo degli anni Settanta interpretando diversi personaggi surreali.
Nel corso degli anni Settanta diventò uno dei comici più famosi di tutta la Francia. Dopo la candidatura presidenziale, continuò la sua carriera di successo nei film e in televisione, ma si dedicò anche ad altre imprese. Appassionato di macchine e moto, il 29 settembre 1985 stabilì sul circuito di Nardo, in Italia, il nuovo record mondiale di velocità su moto nel chilometro lanciato, con una velocità di 252,087 km/h. Poche settimane dopo uscì nei cinema italiani Scemo di guerra, un film di Dino Risi i cui protagonisti erano lo stesso Coluche e il comico italiano Beppe Grillo. Da quando Grillo ha fondato il M5S, diverse persone hanno ricordato il precedente, tra cui Carlo Freccero in questa puntata dell’Infedele del maggio scorso.
Oltre alle sue attività professionali, Coluche si impegnò anche in diverse iniziative politiche e sociali, in particolare contro il razzismo e contro la povertà. Coluche morì in un incidente stradale il 19 giugno 1986, a 41 anni. Stava ritornando in motocicletta da Cannes mentre preparava un nuovo spettacolo. Ancora oggi, il suo nome è molto noto in Francia: dal 2002, nel sud di Parigi una piazza è stata rinominata in suo onore.
Prima ancora
L’idea di Coluche non era nuova, in Francia. Quindici anni prima di lui, l’11 febbraio 1965, un altro comico e umorista francese annunciò la sua candidatura a presidente della Repubblica francese. Il 72enne André Isaac, meglio conosciuto con il suo pseudonimo Pierre Dac, disse in una conferenza stampa-spettacolo che quel giorno nasceva il MOU (Mouvement Ondulatoire Unifié, “movimento ondulatorio unificato”) che lo avrebbe sostenuto nella campagna elettorale.
Dac era un ex cantante molto conosciuto in Francia, oltre ad essere stato una delle voci più famose di Radio Londra, le trasmissioni di BBC indirizzate all’Europa occupata durante la Seconda guerra mondiale. Dirigeva il periodico satirico L’Os à moëlle, da cui si mise ad annunciare le proposte surreali del suo programma elettorale, come una riforma fiscale in cui ciascuno avrebbe pagato le tasse del suo vicino di casa e la creazione di un territorio svizzero in ogni paese europeo. Lo slogan era «Les temps sont durs, vive le MOU!».
La campagna elettorale del 1965, in Francia, era poco appassionante. Il presidente uscente Charles de Gaulle era ampiamente favorito sul candidato della sinistra, François Mitterrand. Pierre Dac giocò a lungo con la sua candidatura (disse ad esempio che nel suo governo ci sarebbe stato René Goscinny, uno degli autori del fumetto Asterix e Obelix): ma nel settembre di quell’anno, a meno di due mesi dal voto, un consigliere di de Gaulle telefonò a Pierre Dac e gli chiese di ritirarsi. Per fedeltà al suo ex compagno della Resistenza, Dac annunciò il suo ritiro alla radio France-Inter, dicendo che «se si candida Jean-Louis Tixier-Vignancour [ex membro del governo collaborazionista di Vichy e candidato per l’estrema destra], vuol dire che in giro c’è gente più matta di me».