Il nuovo comunicato del cdr del Corriere
I giornalisti dicono che il quotidiano oggi è uscito solo "per senso di responsabilità"
Stamattina il Comitato di redazione del Corriere della Sera ha pubblicato un nuovo comunicato sindacale con il quale sottolinea lo “spirito di servizio nei confronti dei lettori” per il fatto di aver consentito l’uscita del giornale “in un momento decisivo per il futuro del nostro Paese”. Il comunicato evidenzia anche il contrasto con i vertici aziendali che “finora si sono mossi con una logica diversa, conflittuale”. Il Comitato di redazione, organo di rappresentanza sindacale dei giornalisti, ha lanciato una campagna d’informazione dallo scorso 11 febbraio, quando l’amministratore delegato di RCS Pietro Scott Jovane ha annunciato il piano triennale che prevede “800 esuberi, di cui 640 in Italia e 160 in Spagna, tra personale giornalistico e non” e la messa in vendita o la chiusura di 10 testate periodiche e delle sedi del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport di via Solferino, a Milano. Il Comitato chiede che il piano venga radicalmente rivisto, “cancellando l’impostazione basata solo sui tagli”.
I giornalisti del Corriere della Sera, rappresentati dal Comitato di redazione, danno oggi l’ennesima prova di responsabilità, di spirito di servizio nei confronti dei lettori, consentendo l’uscita del giornale che state leggendo in un momento decisivo per il futuro del nostro Paese. E’ lo stesso atteggiamento che il Cdr ha tenuto lo scorso 12 febbraio, quando il Papa annunciò le dimissioni.
Purtroppo i vertici aziendali finora si sono mossi con una logica diversa, conflittuale. Prima, l’11 febbraio, annunciando un piano di tagli forsennati (800 esuberi, 640 dei quali in Italia) e la vendita della sede storica del Corriere in via Solferino 28 a Milano. Poi, nel corso della scorsa settimana, invitando il Cdr a un incontro previsto per il 28 febbraio per comunicare l’intenzione, stando alle indiscrezioni non smentite, di tagliare 100-110 giornalisti dal Corriere della Sera, azzerando, inoltre, voci collaterali, ma consistenti, della retribuzione. L’ incontro promosso dall’azienda contrasta con gli impegni sottoscritti con il Cdr nell’accordo del 6 dicembre 2012 su innovazione e risparmi. In quel testo. Ciò significa che l’azienda vuole forzare indebitamente l’agenda del confronto. In parallelo si susseguono dichiarazioni pubbliche rilasciate dall’amministratore delegato Pietro Scott Jovane che hanno solo aumentato la tensione in tutto il gruppo Rcs.
Il Cdr, invece, da mesi è pronto a discutere del rilancio del Corriere e, ancora una volta ribadisce che per farlo occorrono tre cose: risorse finanziarie, nuove idee editoriali, nuove iniziative di marketing. Tradotto significa che gli azionisti sono chiamati a sottoscrivere un adeguato aumento di capitale; che l’azienda, lavorando in stretto contatto con la direzione editoriale, deve indicare quali sono le linee di sviluppo sul digitale e sulle nuove frontiere dell’informazione; che serve un piano preciso di investimenti mirati e di soluzioni per aumentare i ricavi del gruppo, sciogliendo, per esempio, il nodo dell’informazione su internet a pagamento. Per il momento non si è nemmeno cominciato a discutere di tutto ciò, mentre si avvicina il Consiglio di amministrazione che dovrà approvare in via definitiva il piano industriale presentato dall’amministratore delegato e il relativo piano finanziario. Il Cdr ha cominciato una campagna di informazione sui punti deboli del piano e sugli errori di gestione del gruppo, sostenendo, tra l’altro, come l’attenzione sia focalizzata solo sul taglio del costo del lavoro. La campagna continuerà anche nei prossimi giorni.
Ma ora tocca all’azienda rispondere a tono, evitando forzature, rivedendo radicalmente il piano, cancellando l’impostazione basata solo sui tagli. Se questo non accadrà il Comitato di redazione e i giornalisti del Corriere trarranno le necessarie conseguenze.
Il Comitato di redazione del Corriere della Sera