I primi cinque anni di Raúl Castro
Domenica scade il suo primo mandato: che cosa è cambiato e che cosa è rimasto uguale a Cuba
Raúl Modesto Castro Ruz finirà domani, domenica 24 febbraio, il suo primo mandato da presidente del Consiglio di Stato di Cuba, cioè da capo dello Stato e del governo. A meno di eccezioni, che ora appaiono improbabili, Castro sarà rieletto anche per un secondo mandato, dopo che sarà eletta anche la nuova Assemblea Nazionale del Potere Popolare. In un incontro con il primo ministro russo, Dmitry Medvedev, Raúl Castro ha detto però che starebbe anche pensando di ritirarsi e di voler andare in pensione, senza chiarire bene quando. È sembrato comunque che stesse scherzando, anche se ha annunciato che domenica farà un discorso “interessante”.
Raúl Castro è diventato presidente di Cuba nel 2008, dopo aver sostituito suo fratello Fidel alla guida del paese. Alla fine del suo possibile secondo mandato, che si concluderà nel 2018, Castro avrà compiuto 86 anni. Nel suo primo mandato ha cercato di avviare alcuni processi di riforma, con alcune leggi che cercassero di aprire di più l’economia cubana al mercato rispetto al passato, e introducendo provvedimenti per accrescere alcune libertà personali, soprattutto riguardo alla possibilità di viaggiare e a vantaggio della proprietà.
Dopo l’elezione, Castro annunciò una lunga serie di riforme di cui il paese aveva bisogno, anche se la maggior parte non sono state poi completate né avviate, soprattutto per quanto riguarda il ruolo, nell’economia cubana, delle società private. Anche a livello politico ci sono stati pochi cambiamenti: per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale di domenica 24 febbraio ci sono 612 candidati per 612 seggi, tutti appartenenti al Partito Comunista. Inoltre, l’introduzione del limite di dieci anni per le cariche politiche, più volte annunciato, è sempre stata rimandata. Castro aveva annunciato in tutto circa 300 progetti piccoli e grandi di riforma, oltre alla volontà del governo di combattere la corruzione e di avviare un dialogo con la Chiesa cattolica.
Qualcosa, comunque, è cambiato rispetto al passato. Oggi, per esempio, i ministeri non sorvegliano più ogni singola operazione dello Stato ed è possibile fare affari privati nel settore immobiliare e nella vendita delle auto. Il numero delle piccole imprese – soprattutto nel settore dei servizi – è cresciuto da 160mila a 400mila tra il 2010 e il 2012, anche se le imprese continuano a essere tassate pesantemente, in modo da limitarne la crescita.
Raúl Castro è stato eletto il 24 febbraio 2008 e poco dopo, il 1 aprile 2008, ha permesso ai cittadini cubani di poter acquistare un computer (ma senza accesso a Internet) e di introdurre nel paese DVD provenienti dall’estero (pagando alla dogana un dazio in pesos cubani convertibili pari al loro valore). Inoltre, un decreto-legge del Consiglio di Stato del 2009 ha permesso ai cittadini cubani, pur con alcune limitazioni, di avere regolarmente più lavori, e ha aumentato i salari degli insegnanti.
Qualche novità è stata introdotta anche in tema di diritti umani e diritti civili: dal 31 marzo 2008, per esempio, i cittadini cubani possono frequentare gli hotel di lusso per i turisti, sono state autorizzate le operazioni chirurgiche gratuite del cambio del sesso ed è stata introdotta la moratoria per la pena di morte. Con un decreto pubblicato nel settembre 2009 sulla Gazzetta Ufficiale, si è inoltre permesso ai cittadini cubani di entrare negli Internet point, per accedere liberamente a Internet. Uno degli ultimi provvedimenti introdotti in materia di diritti civili è stata l’entrata in vigore, il 14 gennaio 2013, delle norme che permettono ai cittadini cubani di andare all’estero soltanto con passaporto e visto del paese in cui si vuole andare, per un periodo massimo di 24 mesi.
È stato il caso, per esempio, che ha riguardato la dissidente antigovernativa cubana e blogger Yoani Sanchez, che ha ricevuto il proprio passaporto il 30 gennaio 2013, dopo che per anni lo Stato gli aveva negato questo diritto e aveva respinto una ventina di sue richieste. In altri casi, però, il rilascio del passaporto è stato negato, come per il dissidente Angel Moya. Per il rilascio dei documenti rimangono diversi tipi di restrizioni, che riguardano certe professioni, ragioni di sicurezza nazionale e coloro che hanno in corso procedimenti penali.
Secondo il Boston Globe, alcuni diplomatici statunitensi di alto livello starebbero pensando di togliere Cuba dalla lista dei paesi vicini al terrorismo: il nuovo segretario di stato, John Kerry, potrebbe avviare dei provvedimenti per far avvicinare i due paesi. In base ad alcuni studi fatti dal Dipartimento di Stato americano, Cuba non supporterebbe più gruppi terroristici come le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) o il gruppo di terroristi baschi dell’ETA. Alcune trattative potrebbero essere avviate anche per rimuovere l’embargo commerciale imposto dagli Stati Uniti, attivo dal 1961.
Foto: Raùl Castro (AP Photo/Ismael Francisco, Cubadebate)