Giovedì a Damasco
Un'autobomba è esplosa vicino agli uffici del partito di Assad, ci sono state anche altre bombe: sono morte più di 50 persone
Un’autobomba è esplosa nel centro di Damasco, in Siria, uccidendo 53 persone e ferendone altre 200. L’esplosione, che ha causato un cratere profondo circa 1,5 metri, è avvenuta nel quartiere residenziale di Mazraa vicino uffici del partito Baath – il partito del presidente siriano Bashar al-Assad – e dell’ambasciata russa.
Le tv siriane hanno mostrato i corpi di almeno quattro persone e hanno detto che si è trattato di un attacco suicida da parte di «terroristi» avversari di Assad. Un corrispondente della televisione di stato siriana ha detto di aver visto sette sacchi contenenti cadaveri, e ha contato 17 macchine bruciate e altre 40 distrutte o danneggiate. L’agenzia di stampa SANA – controllata dal regime – ha detto che tra i morti ci sono anche bambini che frequentavano la scuola del quartiere, non lontana dal luogo dell’attentato.
L’agenzia di stampa russa Itar-Tass ha riportato la testimonianza di un diplomatico russo, che ha detto che il complesso dell’ambasciata è molto danneggiato: molte finestre sono andate in frantumi, ma nessun impiegato è stato ferito. Secondo attivisti siriani – riporta Reuters – oggi a Damasco ci sono state almeno altre tre esplosioni, che però non hanno provocato altri morti. La tv siriana ha detto che è stata arrestata una persona accusata di essere un attentatore suicida: nella sua macchina sono state trovate cinque bombe, di cui una dal peso di 300 chili.