Come si vince un premio Oscar
Chi vota? Come ci si candida? Cosa c'entrano il Los Angeles Times e Jesse Jackson? Guida al più famoso premio cinematografico, in vista di domenica
di Daniele Lombardi
Gli Academy Awards, meglio conosciuti fuori dagli Stati Uniti come premi Oscar, sono assegnati ogni anno dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, un’organizzazione fondata nel 1927 in California con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo del cinema statunitense. Oggi l’Academy ha circa 6000 iscritti, tutti con diritto di voto, ed è divisa in 15 settori, ognuno dei quali rappresenta una diversa disciplina della produzione cinematografica (registi, attori, produttori, direttori della fotografia, sceneggiatori, compositori e via dicendo). Gli attori sono il più grande blocco di voto e arrivano a circa il 22% di tutti i membri dell’Academy, i cui nomi, però, non sono resi pubblici dall’organizzazione.
Come si diventa membri dell’Academy
Ci sono tre modi per essere invitati a fare parte dell’Academy e quindi avere il diritto di votare per gli Oscar: ottenere nella propria carriera almeno una nomination agli Oscar, ricevere una raccomandazione da almeno due membri di un settore dell’Academy o guadagnare l’approvazione del comitato a capo di ogni settore per aver partecipato a un film di grande successo commerciale o di critica. Il numero degli iscritti all’Academy è cresciuto rapidamente tra il 1990 e il 2000 (si sono aggiunti circa 800 nuovi membri) mentre dal 2004 l’Academy ha deciso di limitare le nuove adesioni a circa 30 iscritti l’anno, esclusi quelli chiamati a sostituire i posti vacanti dovuti a decessi, dimissioni e pensionamenti.
L’inchiesta del Los Angeles Times
L’Academy non ha mai divulgato le identità dei propri iscritti (dal 2004 comunica solo i nomi dei nuovi invitati a fare parte dell’organizzazione), ma lo scorso anno il quotidiano Los Angeles Times, grazie a un gruppo di lavoro formato da 24 giornalisti, ha pubblicato un’inchiesta rivelando la composizione anagrafica, di genere e di etnia di 5.100 iscritti (circa l’89% dell’intera Academy).
Sulla base di questo studio, è risultato che il giurato medio aveva un’età di 62 anni (solo il 14% non aveva ancora sorpassato i 50), che il 77% era maschio e il 94% era di pelle bianca (le persone di colore erano rappresentate da un 2%). Una delle critiche più frequenti che periodicamente viene fatta all’Academy è quella di non rappresentare le diverse sensibilità della società americana e nel corso degli anni alcune scelte fatte nell’assegnazione delle nomination o dei premi Oscar hanno fatto discutere.
Per esempio, nel 1996, a causa della quasi totale assenza di candidati afroamericani agli Oscar, il reverendo Jesse Jackson – storico leader politico delle cause dei neri americani – organizzò proteste in alcune città degli Stati Uniti accusando Hollywood di discriminazione razziale, mentre due anni fa alcuni produttori della Sony dichiararono che il loro The Social Network non aveva vinto l’Oscar come Miglior Film solo perché gli iscritti all’Academy erano troppo vecchi per capire un film che raccontava la nascita di Facebook.
Rispetto alle accuse di non essere abbastanza pluralista, l’Academy si è sempre difesa affermando che l’unico criterio scelto per reclutare nuovi iscritti è quello dei titoli e meriti. Frank Pierson, ex presidente dell’Academy, ha risposto all’inchiesta del Los Angeles Times affermando che «non c’è nessuna ragione per la quale l’Academy dovrebbe rappresentare l’intera popolazione americana. L’Academy vuole solo rappresentare il professionismo dell’industria cinematografica».
Per candidarsi agli Oscar
Secondo gli articoli 2 e 3 delle regole ufficiali degli Academy Awards, un film che vuole concorrere alle nomination agli Oscar deve avere una durata di almeno 40 minuti (a eccezione dei film che concorrono come cortometraggi) e deve essere uscito al cinema nel corso dell’anno solare precedente, dalla mezzanotte del primo gennaio alla mezzanotte del 31 dicembre. Sono presi in considerazione solo i film che sono stati proiettati per almeno una settimana in una o più sale cinematografiche della contea di Los Angeles (fatta eccezione per le opere candidate come Miglior Film Straniero).
Per esempio, The Hurt Locker, film vincitore di sei premi Oscar nel 2010, fu presentato per la prima volta al Festival di Venezia del 2008 ma nei cinema di Hollywood arrivò nel giugno del 2009: per questa ragione il film si qualificò per l’edizione degli Oscar 2010. Un altro requisito è che il film sia stato stampato su pellicole da 35 e 70 millimetri o, nel caso del digitale, con una risoluzione non inferiore ai 1280 x 720 pixel.
Se un film soddisfa tutti i criteri necessari per essere selezionato, i produttori o i distributori del film presentano una domanda di ammissione nelle varie categorie per le quali il film intende concorrere. I titoli dei film ammessi a essere votati sono inseriti nella Reminder List of Eligible Releases, cioè nella lista dei film votabili dai membri dell’Academy.
Le votazioni per le nomination
Ogni anno, verso la fine di dicembre, la Reminder List è inviata a tutti gli iscritti dell’Academy per determinare una prima selezione, cioè le cosiddette nomination. I membri di ciascun ramo possono votare solo i film che concorrono per la stessa categoria produttiva: vale a dire che i film candidati alla miglior regia possono essere votati solo dai registi iscritti dell’Academy, gli attori candidati dagli attori, le sceneggiature candidate dagli sceneggiatori e così via.
Ci sono solo alcune eccezioni che riguardano particolari categorie degli Academy Awards come il Miglior Film Straniero e il Miglior Cortometraggio d’Animazione: in questi casi le selezioni per le nomination coinvolgono dei comitati ristretti composti in modo trasversale dai membri dei vari rami dell’Academy. Questa regola fino all’anno scorso valeva anche per la categoria Miglior Documentario, ma dall’edizione 2013 il regista Michael Moore è riuscito a far approvare dall’Academy nuove regole che equiparano il sistema di voto della categoria Miglior Documentario alle categorie principali, stabilendo che solo i documentaristi iscritti all’Academy possono votare i documentari.
L’8 febbraio scorso, in un intervento riportato dal sito del New Yorker, Michael Moore ha spiegato i motivi di questa scelta, specificando un’ulteriore regola secondo la quale i documentari che vogliono candidarsi devono necessariamente ricevere prima una recensione dal New York Times e/o dal Los Angeles Times. In generale, durante le votazioni per le nomination, ogni iscritto all’Academy può scegliere solo cinque candidati per ogni categoria specificando l’ordine di preferenza. Tutti gli iscritti hanno poche settimane per votare e inviare indietro le schede all’Academy, che può così selezionare i film e gli artisti che in ogni categoria ottengono le cinque nomination agli Oscar. Il sistema di voto è controllato e supervisionato dalla PricewaterhouseCoopers (PwC), una multinazionale specializzata in contabilità che da 79 anni si occupa anche di contare i voti degli iscritti all’Academy garantendo la riservatezza dei risultati.
Le votazioni finali
Verso fine gennaio, in una conferenza stampa presso il cinema “Samuel Goldwyn” di Beverly Hills, l’Academy annuncia le nomination di ciascuna delle categorie in concorso (il numero di categorie può variare ogni anno fino a 25). Una volta che i candidati agli Oscar sono selezionati, l’Academy chiede ai suoi iscritti di votare un’altra volta per stabilire in ogni categoria i vincitori degli Oscar. In questo caso tutti gli iscritti all’Academy hanno diritto di voto in ogni categoria, ma per alcune, come il Miglior Film Straniero, devono dimostrare di aver visto tutti i cinque film candidati. La novità del 2013 è che per la prima volta gli iscritti all’Academy hanno potuto scegliere se inviare i loro voti, oltre che attraverso il classico servizio postale, anche attraverso un sistema elettronico di votazioni on-line. Gli iscritti hanno le solite due settimane di tempo per inviare i voti all’Academy, che delega nuovamente alla PricewaterhouseCoopers la conta dei voti.
L’annuncio dei vincitori
Mentre nelle prime edizioni degli Academy Awards i vincitori venivano annunciati la sera prima della cerimonia finale, dal 1941 l’Academy ha deciso di puntare sulla totale segretezza dei risultati: nessuno prima della cerimonia conosce i vincitori degli Oscar. Solo due responsabili della PricewaterhouseCoopers, che da molti anni sono Brad Oltmanns e Rick Rosas, hanno il compito di compilare e sigillare le buste con i nomi dei vincitori. Durante la notte degli Oscar Oltmanns e Rosas rimangono dietro le quinte e consegnano personalmente le buste ai singoli relatori che mano a mano salgono sul palco per annunciare i vincitori di ogni categoria. Come misura precauzionale, nel caso che per qualunque motivo le buste sigillate non arrivassero integre alla cerimonia di premiazione, Brad Oltmanns e Rick Rosas per contratto hanno anche un altro compito: nei giorni precedenti devono imparare a memoria, per ogni categoria, tutti i vincitori degli Oscar decisi dai voti dell’Academy.