La Russia a colori, cent’anni fa
Le immagini e la storia di Sergey Prokudin-Gorsky, che tra il 1909 e il 1917 girò l'impero dello zar scattando migliaia di foto di qualità sbalorditiva
Cesare Alemanni ha raccontato su Studio la storia notevole di Sergey Prokudin-Gorsky, il fotografo russo che tra il 1909 e il 1917 attraversò l’Impero russo su permesso dello zar, portandosi dietro un carro a vapore provvisto di una camera oscura e degli speciali permessi di viaggio, e fotografando tutto a colori grazie a una tecnica particolare.
Ritrae un uomo anziano seduto a gambe accavallate con la schiena leggermente arcuata, la barba bianca elettrica fino alle spalle, i lucidi stivali neri poco sotto il ginocchio e lo sguardo severo dritto all’obiettivo con al centro la rotondità del naso leggermente a tubero, che verso l’alto sgorga nella fronte sferica e corrugata. È una fotografia formidabile, e in un certo periodo è stata tra le più ammirate di tutta la Russia, per almeno tre ragioni. La prima: è un ritratto di Lev Tolstoj. La seconda: è l’unico ritratto di Lev Tolstoj a colori. La terza: la qualità dei colori è sbalorditiva anche senza aggiungere che la foto è stata realizzata, insieme ad altre, tra il 22 e il 23 maggio 1908. Nel giro di pochi mesi dallo scatto, l’immagine ottenne una popolarità tale («il primo ritratto fotografico a colori nella storia russa ottenuto solo per procedura tecnica senza l’intervento del pennello di un pittore», come specificava la più importante rivista tecnologica moscovita del tempo) che persino Nicola II Romanov, l’ “ultimo Zar” di Russia, chiese di conoscerne il realizzatore. Esattamente nove estati più tardi i bolscevichi della rivoluzione d’Ottobre ne scioglievano i resti nell’acido solforico ma a quel tempo Nicola era ancora il regnante più ricco del mondo e, con un capitale stimato intorno ai 240 miliardi di euro contemporanei, poteva esaudire qualunque richiesta. Sergei Mikhailovich Prokudin-Gorsky, l’autore del ritratto a Tolstoj, ne aveva una sola e tutto sommato modesta paragonata a tanto denaro: un carro a vapore provvisto di una camera oscura e degli speciali permessi di viaggio. Conquistato da quell’uomo, Nicola II gli concesse entrambi senza battere ciglio.
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