Otto canzoni di Antony Hegarty (and the Johnsons)
Scelte dal direttore del Post, visto che stasera è ospite al festival di Sanremo (Antony, non il direttore)
Antony è un ragazzone dall’aspetto inquietante e dalla voce androgina e unica: lo hanno definito una via di mezzo tra Nina Simone, Boy George, Bryan Ferry e Otis Redding. Gorgheggia e gigioneggia languidamente e addoloratamente, senza pudori per la sfacciataggine dei suoi tormenti sentimentali e sessuali. Se lo contendono tutti, e ha cantato tra gli altri con Lou Reed, Rufus Wainwright, Boy George e Björk.
I fell in love with a dead boy
(I fell in love with a dead boy EP, 2001)
Hal Willner, produttore di Lou Reed, si imbatté in questa copertina in cui uno strano omone giaceva a terra sotto lo sguardo di un ermafrodita giapponese nudo e un’artista americana parcamente agghindata. La portò a Lou Reed, che disse: “e questo chi è?”. Venne fuori che viveva pochi isolati più in là, e lo mandarono a chiamare. Poi Reed lo invitò a cantare con lui in tour.
Fistful of love
(I am a bird now, 2005)
Di Lou Reed non ci sono solo la voce in apertura e la chitarra, ma anche l’andamento satellite-of-love che si mescola a un’escalation soul formidabile. Parla di un amante che cerca dimostrazioni d’amore nelle violenze dell’amato.
Bird guhl
(I am a bird now, 2005)
“Guhl” sta per girl. Fu usata in V for Vendetta, il film.
“Sono un’uccellina.
Adesso sono un’uccellina.
Ho il cuore tra le mani, qui.
Ho il cuore tra le mani, adesso.
Ho cercato le mie ali.
Ho cercato le mie ali per un po’ di tempo.
E presto me ne andrò per il cielo. Perché sono un’uccellina.
E le uccelline sanno volare.
E le uccelline vanno in paradiso”
For today I am a boy
(I am a bird now, 2005)
“Un giorno crescerò, e sarò una bella donna.
Un giorno crescerò, e sarò una bella ragazza.
Ma per ora sono un bambino.
Per ora sono un ragazzo”
Gospel, con un po’ di leggerezza e ottimismo in più di altre deprimenti riflessioni del nostro.
The snow abides
(The snow abides, 2006)
Michael Cashmore è un chitarrista e compositore inglese di molte ed eclettiche collaborazioni. Fece il suo secondo disco nel 2006, con cinque canzoni di cui due strumentali e tre cantate da Antony, formidabilmente come al solito. Questa ha piano e voce, e archi in coda. I testi sono di David Tibet, riverito guru di un progetto musicale e artistico inglese che si chiama Current 93.
Knockin’ on heaven’s door
(I’m not there, 2007)
Cover di Dylan assai distante dalla versione che ne fecero i Guns N’Roses, come potete immaginare. Fu incisa per un film dedicato all’autore, ma Antony l’aveva già cantata dal vivo l’anno prima, quando si esercitava con un librone di canzoni di Dylan per imparare a suonare la chitarra.
Blind
(inclusa nel disco Hercules and Love Affair, 2008, degli Hercules and Love Affair)
La “band” era il progetto di un dj americano, Andrew Butler, che arruolò Antony a cantare – e a co-comporre – alcune canzoni e il singolo del primo disco, che andò molto forte in tutto il mondo, e il popolare sito Pitchfork lo nominò singolo dell’anno per il 2008.
Kiss my name
(The Crying Light, 2009)
Un valzer cantato da qualcuno sottoterra che ricorda i bei tempi andati e le canzoni che cantava e chiede di baciare il suo nome iscritto sulla lapide funebre. Tutto con molta allegria musicale.