Benedetto XVI → Joseph Ratzinger
Cosa farà nei prossimi giorni il Papa? Quanto tempo passerà dalle dimissioni al Conclave? Insomma: ora che succede?
di Emanuele Menietti – @emenietti
L’annuncio delle dimissioni del papa di lunedì 11 febbraio segna l’inizio di un percorso insolito per l’elezione di un nuovo pontefice. Benedetto XVI tornerà a essere semplicemente Joseph Ratzinger alle 20 del prossimo 28 febbraio, quando si entrerà formalmente nella fase di “Sede vacante”: il periodo di tempo tra la fine di un pontificato e l’inizio di un altro. Da secoli l’inizio di questa fase delicata per la Chiesa è coinciso con la morte del pontefice in carica, mentre questa volta si verificherà con un papa vivente ma dimissionato.
Le dimissioni
Nel corso del Concistoro di lunedì per la canonizzazione dei martiri di Otranto, Benedetto XVI ha annunciato ai cardinali presenti che lascerà il pontificato il 28 febbraio. Lo farà, ha spiegato, dopo essere “pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”. Il Papa ha comunicato la propria decisione esplicitamente e davanti ai cardinali, come indicato nel Codice di diritto canonico, cioè l’insieme di regole della Chiesa cattolica modificate per l’ultima volta da papa Giovanni Paolo II all’inizio degli anni Ottanta.
Le regole che riguardano il “Romano Pontefice” dicono che:
Nel caso in cui il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti.
Le ultime due settimane da papa di Benedetto XVI
Joseph Ratzinger ha ancora davanti a sé circa due settimane di pontificato e, stando alle notizie circolate fino a ora, il calendario dei suo impegni non subirà particolari modifiche. Mercoledì 13 febbraio terrà la classica udienza generale in Vaticano. Nello stesso giorno parteciperà anche alle celebrazioni per il Mercoledì delle Ceneri, che coincide con l’inizio della Quaresima e quindi del periodo di preparazione alla Pasqua (il più importante nel calendario liturgico).
La messa per le Ceneri si terrà nella basilica di San Pietro e non in Santa Sabina sull’Aventino, come avviene di solito. Nei giorni seguenti papa Benedetto XVI parteciperà agli incontri con alcuni membri del clero romano e venerdì 15 febbraio riceverà Traian Basescu, il presidente della Romania. Domenica 17 febbraio ci sarà la tradizionale preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro, guidata sempre da Ratzinger.
Con lunedì 18 febbraio inizia la fase di preparazione spirituale e di preghiera verso la Pasqua, e per questo motivo Benedetto XVI sarà – almeno mediaticamente – meno presente. Officerà l’Angelus di domenica 24 febbraio e parteciperà all’udienza generale di mercoledì 27 febbraio, che potrebbe essere la sua ultima apparizione pubblica da papa prima delle dimissioni alle otto di sera del giorno seguente.
Niente enciclica
Nei giorni passati alcune fonti vaticane avevano riferito che Benedetto XVI era al lavoro per il completamento di una enciclica sulla fede, che sarebbe potuta diventare il suo ultimo atto da papa. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, ha escluso che la nuova enciclica possa essere pubblicata per tempo prima delle dimissioni. Difficilmente, dicono vaticanisti ed esperti, il Papa compirà scelte particolarmente radicali, da un lato perché non apparterrebbero molto al personaggio, dall’altro perché condizionerebbero l’inizio del nuovo papato.
Sede vacante
Quando le campane di Roma suoneranno i rintocchi delle otto di sera del 28 febbraio, la Chiesa avrà ufficialmente perso papa Benedetto XVI e inizierà il periodo cosiddetto di “Sede vacante”. È la fase in cui la Chiesa è senza papa e si appresta a eleggerne uno nuovo attraverso il Conclave. Le procedure da adottare in questo periodo sono contenute nella Costituzione apostolica “Universi Dominici Gregis“, promulgata da Giovanni Paolo II nel 1996.
In attesa del nuovo pontefice, il Collegio dei cardinali si occupa degli affari pubblici della Chiesa e il governo ordinario della chiesa viene affidato al cardinale camerlengo, carica ricoperta da Tarcisio Bertone su nomina nel 2007 di papa Benedetto XVI. Tutti i cardinali della Curia di Roma e il Segretario di Stato decadono dal loro incarico.
Di solito durante la Sede vacante ricade anche il periodo di nove giorni di lutto per la morte del pontefice, giorni che naturalmente non ci saranno in questo caso perché la fine del pontificato è stata determinata dalle dimissioni di Benedetto XVI. Si andrà quindi più speditamente verso il Conclave per l’elezione del nuovo papa.
Conclave
Con l’inizio della Sede vacante si stabilirà la data per l’avvio del Conclave, cioè del raduno dei 117 cardinali che avranno il compito di indicare il nuovo papa. Inizierà probabilmente intorno a metà marzo, al più tardi entro il 20. Le regole di Giovanni Paolo II stabiliscono che i cardinali elettori già arrivati a Roma attendano almeno quindici giorni l’arrivo degli altri cardinali votanti dal resto del mondo. Al massimo dopo 20 giorni dall’inizio della Sede vacante il Conclave deve comunque iniziare e si deve procedere all’elezione del nuovo papa.
In Vaticano avranno anche una certa premura per via degli appuntamenti del calendario liturgico e per la necessità di trovare un nuovo pontefice prima del Venerdì Santo (29 marzo) e della seguente Pasqua. Il successore di Benedetto XVI sarà eletto quando un candidato sarà stato votato dai due terzi dei votanti. A questo punto ci saranno la fumata bianca, l’annuncio dalla loggia della basilica di San Pietro ai fedeli con l’Habemus papam e successivamente la benedizione e l’insediamento, che sancirà formalmente la presenza del nuovo pontefice della Chiesa.
Joseph Ratzinger
Durante la Sede vacante Joseph Ratzinger, ex papa della Chiesa cattolica, lascerà il Vaticano e andrà a trascorrere alcune settimane nella residenza di Castel Gandolfo, solitamente utilizzata come luogo di vacanza per i pontefici nel periodo estivo. La distanza da Roma consentirà a Ratzinger di non influenzare i preparativi e lo svolgimento dell’elezione del suo successore. Eletto il nuovo papa, Ratzinger farà ritorno in Vaticano e andrà a vivere nel monastero di clausura “Mater Ecclesiae”. Come ha spiegato lunedì padre Lombardi, l’ex papa non vivrà comunque la clausura e a sua discrezione potrà quindi lasciare il monastero quando lo desidera.
Come spiegano Luca Rolandi e Mauro Pianta sulla Stampa di oggi, il monastero si trova lungo le cosiddette mura leonine, erette nel nono secolo per proteggere la basilica di San Pietro. A partire dagli anni Novanta del Novecento vi hanno soggiornato le monache di diversi ordini, mentre da questo inverno il palazzo è in fase di ristrutturazione. Il monastero ha un orto, una cappella, una biblioteca ed è isolata dal resto del Vaticano da una cancellata. Che cosa farà Ratzinger lo sa, forse, soltanto lui: secondo la gran parte degli osservatori trascorrerà la propria vecchiaia nel palazzo, dedicandosi alla preghiera e agli studi teologici, tenendosi a debita distanza dal nuovo pontefice.