I giornalisti del Corriere contro il piano di RCS
Un comunicato parla di "attacco inaudito e inaccettabile", critica gli esuberi e la vendita della sede di via Solferino, e minaccia lo sciopero
Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di RCS (società editrice del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport) ha annunciato ieri il piano triennale che intende proporre al gruppo. Il piano, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, prevede “800 esuberi, di cui 640 in Italia e 160 in Spagna, tra personale giornalistico e non”. Inoltre dovrebbero essere messe in vendita – o chiuse – 10 testate periodiche e le sedi del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport di via Solferino, a Milano. Il piano prevede anche una riduzione dello stipendio per il presidente, l’amministratore delegato e i suoi collaboratori, del 10 per cento.
Oggi sul Corriere della Sera è pubblicato questo comunicato del comitato di redazione, organo di rappresentanza sindacale dei giornalisti.
Care lettrici e cari lettori,
il giornale che state leggendo oggi è in edicola grazie al senso di responsabilità mostrato dai giornalisti del Corriere della Sera in forza degli avvenimenti eccezionali accaduti ieri. Il nostro giornale, insieme con tutto il gruppo RcsMediaGroup, sta subendo un attacco inaudito e inaccettabile da parte dei vertici di questa azienda.
E’ stato annunciato, a soli due anni dal precedente stato di crisi, un ulteriore taglio di 800 lavoratori (tra giornalisti e poligrafici), una quota pari a oltre il 15% degli organici, tra Italia e Spagna. Una decisione gravissima che, se applicata fino in fondo, sfregerebbe irrimediabilmente l’identità del Corriere e delle altre testate del gruppo. Inoltre l’azienda ha annunciato di voler spostare la sede del Corriere della Sera da via Solferino 28, cancellando con un grossolano gesto contabile più di 100 anni di storia, il simbolo più importante della libertà di stampa in questo Paese, un pezzo unico e irripetibile del patrimonio culturale italiano.
Il comitato di redazione di questo giornale fin dall’ottobre scorso ha raccolto la sfida del cambiamento, promuovendo, tra l’altro, l’accordo per l’introduzione delle nuove tecnologie multimediali. E continuerà a farlo, mobilitando le intelligenze e i contributi di tutti i giornalisti del Corriere, anche nelle prossime settimane per concorrere a progettare e realizzare il Corriere del futuro. Ma nel piano che è stato presentato ieri dall’azienda ancora non si vede lo sviluppo concreto di quei progetti di innovazione sulle varie piattaforme editoriali (web, tablet, smartphone) che rappresentano la frontiera delle nuove aree di business.
Certamente è anche una questione di risorse finanziarie. Gli azionisti principali della RcsMediaGroup, in particolare quelli raccolti nel patto di sindacato, sono ora chiamati a fare la loro parte, garantendo la sottoscrizione di un aumento di capitale adeguato al rilancio indispensabile del gruppo e al mantenimento della leadership del Corriere della Sera.Il Cdr insiste su questo punto da mesi, ricordando che negli ultimi cinque esercizi (2007-2011), già segnati dall’inizio della crisi, il monte dividendi distribuito agli azionisti ha raggiunto quota 108 milioni di euro, contro risorse provenienti da aumenti di capitale pari a zero. Per memoria dei lettori ricordiamo chi sono i componenti del Patto di sindacato: Mediobanca (13,6%); Fiat (10,2%); Italmobiliare, gruppo Pesenti (7,4%); Pirelli (5,2%); Fondiaria, gruppo Unipol (5,2%); Banca Intesa Sanpaolo (4,9%); Assicurazioni Generali (3,7%); Sinpar, gruppo Lucchini (2%); Merloni Invest, Francesco Merloni (2%); Mittel (1,2%); Eridano Finanziaria (1,2%), Edison (1%).
Nello stesso tempo, pur cogliendo il valore simbolico comunicato dall’amministratore delegato di autoridursi lo stipendio del 10%, osserviamo che servirebbe ben altro per compensare le perdite causate a questa azienda da una lunga sequela di manager e amministratori, alcuni dei quali si sono congedati, già in tempi di magra, con sontuose buonuscite.
L’assemblea dei giornalisti del Corriere della Sera ha affidato al comitato di redazione un pacchetto di 10 giorni di sciopero da gestire nei prossimi giorni in funzione del negoziato che si aprirà con l’azienda.
foto: GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images