Le tre regioni in cui si vota
La Lombardia, coi montiani in subbuglio, il Lazio, e il Molise, dove il centrosinistra presenta un ex candidato di Forza Italia
Il 24 e il 25 febbraio, oltre che per il rinnovo del parlamento, si voterà anche in tre regioni: Lombardia, Lazio e Molise. Nessuna di queste tre legislature regionali è giunta al termine previsto del suo mandato. In Lombardia e Lazio le giunte sono cadute e i consigli regionali sono stati sciolti in conseguenza di diversi scandali giudiziari. In Molise le elezioni sono state invalidate a causa dei vizi di forma che sono stati trovati nelle firme con cui nel 2011 l’attuale governatore di centrodestra, Michele Iorio, presentò la sua lista (è la seconda volta che accade in una decina di anni).
Lombardia
Il consiglio regionale della Lombardia si è sciolto a fine ottobre dopo molti mesi di polemiche. In particolare diversi membri della giunta Lombarda, tra cui anche lo stesso governatore, Roberto Formigoni, sono stati indagati ed uno, Roberto Zambetti, è stato arrestato. Formigoni ha resistito alle richieste di dimissioni fino a che la Lega, i cui voti erano necessari per ottenere la maggioranza nel consiglio regionale, non ha chiesto di andare a votare in primavera. Dopo lo scioglimento del consiglio regionale una quarantina di consiglieri sono stati indagati per un uso improprio dei rimborsi elettorali.
Alle elezioni del 24 i principali candidati che si affronteranno sono Umberto Ambrosoli, appoggiato dal centrosinistra, Roberto Maroni, appoggiato da Lega Nord e centrodestra e Gabriele Albertini, appoggiato dalla lista di Mario Monti. La situazione lombarda delle alleanze è ancora poco chiara: alcuni esponenti di Scelta Civica di Monti hanno dichiarato sabato di voler appoggiare Ambrosoli in Lombardia. Ma dopo poche ore un altro autorevole candidato dell’area di Monti, l’ex direttore del Tempo Mario Sechi, ha dichiarato che Monti sarebbe contrario all’ipotesi del voto disgiunto (cioè votare Scelta Civica alle politiche e un candidato di un altro partito alle regionali).
Umberto Ambrosoli, 41 anni, è appoggiato da: Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà, Italia dei Valori, Partito Socialista Italiano e da varie liste civiche. Ambrosoli ha vinto le primarie del centrosinistra dello scorso dicembre. È un avvocato penalista ed è il figlio di Giorgio Ambrosoli, l’avvocato assassinato nel 1979 da un sicario ingaggiato dal banchiere siciliano Michele Sindona, sulle cui attività Ambrosoli stava indagando nell’ambito dell’incarico di commissario liquidatore della Banca Privata Italiana.
Roberto Maroni, 57 anni, è appoggiato da Lega Nord, Popolo della Libertà, lista civica Maroni Presidente, Fratelli d’Italia e alcune liste civiche. Maroni è segretario della Lega Nord ed è stato ministro degli interni durante l’ultimo governo Berlusconi.
Gabriele Albertini, 62 anni, è appoggiato dal Movimento per la Lombardia Civica. Albertini è stato sindaco di Milano per due mandati dal 1997 al 2006. Nel 2004 è stato eletto al Parlamento europeo con Forza Italia e rieletto nel 2009 con il PdL.
Lazio
Anche il consiglio della regione Lazio è stato sciolto prima della sua scadenza. Renata Polverini, la presidente della giunta, si è dimessa a fine settembre in seguito alle accuse di gestione illecita dei fondi pubblici che hanno colpito alcuni consiglieri della regione. Dopo lunghissime discussioni e rinvii, le elezioni in Lazio sono state fissate per l’election day, insieme alle politiche e alle altre elezioni regionali, cinque mesi dopo la caduta della giunta. I due principali candidati che si affronteranno sono Nicola Zingaretti, ex presidente della provincia di Roma e appoggiato dal centrosinistra, e Francesco Storace, già governatore del Lazio e segretario de La Destra, appoggiato dal centrodestra.
Nicola Zingaretti, 47 anni, sarà sostenuto da Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà, Centro Democratico e Partito Socialista Italiano. Zingaretti è stato dal 2000 segretario dei DS di Roma. Nel 2004 viene eletto al Parlamento Europeo e nel 2008 alla provincia di Roma, carica dalla quale si è dimesso a dicembre con cinque mesi di anticipo per potersi candidare a presidente della regione. Si è spesso parlato di lui come leader di un ricambio nazionale, accettabile dalle varie correnti del PD, ma lui non ha mai mostrato grande iniziativa in questo senso, preferendo i ruoli locali.
Francesco Storace, 54 anni, è appoggiato da PdL, La Destra, Mir, Movimento cittadini e lavoratori, Fratelli d’Italia, Cristiano Popolari, Grande Sud e dalla Lista Civica Storace. Ha cominciato la sua attività politica con il Movimento Sociale Italiano, passando poi in AN e quindi fondando il suo partito, La Destra. È noto agli elettori nazionali soprattutto per le sue posizioni e dichiarazioni aggressive e poco diplomatiche su posizioni molto di destra. Dal 2000 al 2005 è stato governatore della regione Lazio. Candidato per un secondo mandato, venne sconfitto da Piero Marrazzo. Dal 2005 al 2006 Storace è stato ministro della salute.
Molise
In Molise si va a votare a causa dell’annullamento delle precedenti elezioni per diversi vizi di forma nelle firme raccolte dall’attuale governatore di centrodestra Michele Iorio per presentare la sua candidatura. Il 24 e il 25 febbraio si affronteranno 6 candidati. I due principali candidati sono Michele Iorio, centrodestra e Paolo di Lauro Frattura, centrosinistra.
La candidatura di Iorio è appoggiata, oltre che da PdL, anche dall’UDC, da La Destra, dalla lista Progetto Molise e da Grande Sud. Iorio è stato per molti anni sindaco di Isernia con la DC, negli anni ’90 è passato prima al PPI e poi a Forza Italia. Iorio divenne governatore del Molise per pochi mesi tra il ’98 e il ’99 e poi dal 2001 al 2012, vincendo le elezioni del 2001, 2006 e 2011 – queste ultime con un margine ridottissimo.
Lo sfidante di Iorio nel 2011 era Paolo di Lauro Frattura, che si presenta alla guida del centrosinistra anche a queste elezioni. Frattura, imprenditore e dal 2003 presidente della Camera di commercio di Campobasso e di Unioncamere Molise, era stato candidato al consiglio regionale nel 2000 e nel 2005 con Forza Italia proprio da Iorio ed è figlio di un ex governatore democristiano della regione. A sostenerlo ci sono quasi tutti i partiti del centrosinistra: Partito Democratico, Italia dei Valori, SEL, Rifondazione, Comunisti Italiani, PSI, UDEUR e diverse liste civiche.