A che punto è la guerra in Mali
L'esercito francese ha riconquistato le città del nord e i combattimenti si spostano sulle montagne, ma crescono gli attentati suicidi
Il nuovo fronte di battaglia della guerra in Mali potrebbero essere gli attentati suicidi: venerdì 8 febbraio c’è stato il primo attacco suicida a un posto di blocco militare, da quando l’esercito francese è arrivato nel paese il 10 gennaio scorso, e ieri due persone sono state arrestate con addosso due cinture esplosive. L’esplosione è stata intorno alle 23 (ora locale) di venerdì sera, a 10 chilometri di distanza dall’accampamento francese che si trova nell’aeroporto di Gao, nel nord del Mali: un soldato francese è stato ferito.
L’attentato è stato rivendicato dal Movimento per l’Unicità e la Jihad in Africa Occidentale (MUJAO), che ha detto di avere messo delle mine in varie zone intorno alla città, annunciando nuovi attentati soprattutto nei confronti dei convogli militari e nelle miniere: i soldati dell’esercito maliano hanno rafforzato i controlli e le pattuglie sono state raddoppiate. La città di Gao è stata riconquistata il 26 gennaio scorso e dopo l’attentato di venerdì sono ricominciati gli scontri a fuoco nei punti d’ingresso della città. Altri quattro soldati del Mali sono morti il 7 febbraio a causa di una mina.
A Timbuctu, città occupata negli ultimi mesi dai ribelli di Al Qaida nel Maghreb Islamico (AQMI) e da quelli di Ansar Dine, e riconquistata il 28 gennaio scorso dall’esercito francese e da quello maliano, si scoprono, ogni giorno, numerosi corpi di persone uccise dai ribelli nelle esecuzioni di massa e sepolti nel deserto. I ribelli hanno lasciato queste zone senza combattere direttamente con l’esercito francese, preferendo utilizzare gli attentati suicidi, mischiandosi tra la popolazione dei villaggi: come hanno fatto due persone arrestate ieri, che stavano passeggiando sopra due asini, indossando delle cinture esplosive.
L’esercito francese ha conquistato rapidamente la zona nel nord del paese: ora la battaglia si sta spostando verso l’area montuosa di Adrar des Ifoghas, nella parte nordorientale del Mali, occupata da molti anni dai tuareg che conoscono molto bene quella zona. Qui gli attentati suicidi potrebbero essere ancora più difficili da prevenire, hanno spiegato alcuni funzionari militari: nei giorni scorsi, l’esercito francese ha fatto circa 20 incursioni aeree sulle montagne di Adrar des Ifoghas, attaccando alcuni campi e depositi di armi dei ribelli, con l’aiuto dei soldati del Ciad, esperti di guerre nel deserto.
Ci vorrà del tempo, hanno spiegato alcuni esperti militari, anche perché proprio in quelle zone sono tenuti in ostaggio sette cittadini francesi rapiti prima dell’intervento militare francese: «Queste montagne sono estremamente difficili per gli eserciti stranieri», ha detto Backay Ag Hamed Ahmed, portavoce del National Movement for the Liberation of Azawad. Una volta che saranno finite le ricognizioni delle forze speciali francesi, saranno probabilmente le truppe degli eserciti africani a combattere in prima linea in queste zone.
Inoltre, non è ancora chiaro quanti siano i ribelli delle milizie dei vari gruppi, con stime che variano da poche centinaia a poche migliaia. Da quando è iniziato l’intervento francese, le varie milizie si sono disperse, nascondendosi in zone diverse: negli ultimi giorni, l’esercito francese ha compiuto meno incursioni, non avendo obiettivi precisi a cui puntare, ha detto un addetto militare.
Al momento, gli obiettivi dell’esercito francese sono le zone dove ci sono delle fonti d’acqua, che possono essere controllate più facilmente. Ma i ribelli si confondono con la popolazione nomade, che spesso li aiuta a nascondersi. Per l’esercito francese è difficile controllare anche le città che sono state riconquistate: negli ultimi giorni ci sono stati degli scontri tra diverse fazioni dell’esercito maliano, e alcuni atti di vendetta tra diverse comunità locali, per alcuni regolamenti di conti interni.
Foto: SIA KAMBOU/AFP/Getty Images