Mario Cipollini e il doping
La Gazzetta dello Sport ha pubblicato una lista di sostanze dopanti di cui avrebbe fatto uso l'ex ciclista italiano nel 2002, anno in cui vinse il Mondiale
Sabato 9 febbraio, la Gazzetta dello Sport ha pubblicato una tabella in cui il medico spagnolo Eufemiano Fuentes, tra gli imputati nel processo sull’Operación Puerto – considerato il più grande caso di doping nel ciclismo – avrebbe annotato una serie di sostanze illegali da assumere, e i rispettivi costi, per l’ex-ciclista italiano Mario Cipollini.
Il documento risale al 2002 e indica, mese per mese, sostanze e modalità di assunzione: anabolizzanti, EPO, ormone della crescita ed estrazione e re-infusione del sangue. Quest’ultima pratica, tra l’altro, rappresenta una delle principali novità che sarebbero state introdotte da Fuentes, con la collaborazione degli altri imputati, per fare trasfusioni di sacche di sangue, che sono state ritrovate nei suoi laboratori e appartenenti a più di 58 ciclisti.
Secondo la Gazzetta dello Sport, nel foglio, in alto a destra è stato segnato il numero di fax che apparterrebbe alla casa di Mario Cipollini. Dietro, invece, sono segnati una serie di pagamenti fatti a Fuentes, per alcune sostanze. Nell’ultima riga c’è una nota: «Porto l’OXTS in Italia con la sacca?», attribuita a Fuentes. Va ricordato che l’OXTS è uno steroide, una sostanza considerata illegale dalla WADA, l’agenzia mondiale antidoping. Il foglio pubblicato sulla Gazzetta dello Sport farebbe parte dei documenti sequestrati dalla Guardia Civil spagnola negli uffici di Fuentes: il nome in codice di Cipollini, in questo scambio di dati con Fuentes, sarebbe stato “Maria”.
I trattamenti risalirebbero al 2002, anno in cui Cipollini vinse alcune “classiche” importanti, tra cui la Milano-San Remo, la Gand-Wevelgem e soprattutto il campionato del mondo di Zolder, in Belgio. Secondo la ricostruzione della Gazzetta dello Sport, Cipollini avrebbe fatto delle trasfusioni di sangue prima del Mondiale di Zolder: tre sacche di 250 ml ciascuna, usate dal 20 al 24 settembre. Il 14 settembre 2002, nell’ottava tappa della Vuelta di Spagna e tre settimane prima del Mondiale, Cipollini si ritirò: «Al Mondiale manca un mese. Ho bisogno di fare un certo tipo di allenamenti per quel percorso», disse dopo il ritiro.
Il 9 ottobre 2002, Cipollini si sottopose ai controlli della Federazione, prima di partire per il Belgio, una data che nel foglio sequestrato è cerchiata in rosso. In base al programma, Cipollini avrebbe iniziato ad assumere sostanze dopanti a gennaio, durante il ritiro di preparazione, all’inizio della stagione. Una tabella di marcia organizzata e finalizzata alle gare su cui aveva deciso di puntare: Milano-San Remo, Gand-Wevelgem, Mondiale, segnate sul calendario della tabella con tre frecce.
Delle 206 sacche di sangue sequestrate dalla Guardia Civil nel laboratorio dell’ematologo José Luis Merino (imputato nel processo), 99 devono ancora essere identificate: nel 2007 e nel 2008 erano stati squalificati altri ciclisti importanti come Alberto Contador, Jan Ullrich e Ivan Basso. Mario Cipollini è stato professionista dal 1989 al 2008 e ha vinto nella sua carriera 189 corse, tra cui 42 tappe al giro d’Italia, 12 al Tour de France, 3 alla Vuelta di Spagna, conquistando sia la maglia rosa, sia la maglia gialla. Andrea Monti, direttore della Gazzetta dello Sport, ha scritto che Mario Cipollini “non ha ammesso, non ha negato, si è riservato di commentare dopo la lettura degli atti”.
Foto: Mario Cipollini (FRANCK FIFE/AFP/Getty Images)