Twitter e la pubblicità degli Oreo
Una storia su come cambia la pubblicità: quella di cui si è parlato di più durante il Super Bowl è stata pensata, realizzata e diffusa in pochi minuti, durante la partita
Durante il Super Bowl del 4 febbraio scorso c’è stato un black out che ha oscurato metà delle luci dello stadio di New Orleans, il Superdome, costringendo la partita a fermarsi per 34 minuti. Alle 20.48 (le 3.48, ora italiana) l’account ufficiale su Twitter dei biscotti Oreo, di proprietà del gruppo Mondelez International, ha twittato: “Black out? Nessun problema”. Il tweet, accompagnato da un’immagine, è stato ritwittato 15mila volte nelle prime 14 ore e la stessa immagine, su Facebook, ha ricevuto 20mila like.
Power out? No problem. twitter.com/Oreo/status/29…
— Oreo Cookie (@Oreo) 04 febbraio 2013
Lo slogan dice “You can still dunk in the dark“, cioè “Anche al buio puoi inzuppare”. Il tweet è circolato moltissimo anche perché in quel momento, a partita sospesa, moltissime persone stavano proprio commentando il black out su Twitter e Facebook.
Il Super Bowl è l’evento più costoso per gli investimenti pubblicitari e forse la pubblicità più efficace della giornata potrebbe essere stata proprio quella che è costata di meno e che è stata realizzata in meno tempo. Di norma la creazione di una pubblicità richiede settimane, a volte persino mesi: scelta del messaggio, creatività, esecuzione di più tentativi, focus group, molte decisioni da prendere e molte persone che devono dire “ok”. La pubblicità degli Oreo durante il black out, invece, è stata pensata, realizzata e diffusa in pochi minuti, e la cosa ha fatto discutere soprattutto gli addetti ai lavori.
La pubblicità degli Oreo è stata realizzata dall’agenzia digitale 360i. «Quando c’è stato il black out abbiamo subito pensato che sarebbe potuto essere un’opportunità», ha spiegato Sarah Hofstetter, presidente di 360i. La squadra di pubblicitari era riunita insieme in quel momento ed «è stato semplice decidere cosa fare e realizzarlo in pochi minuti». Hofstetter ha spiegato che quello che ha funzionato è stato mettere nella stessa stanza i pubblicitari e i dirigenti del marchio Oreo.
Gli agenti e i dirigenti della 360i avevano deciso di formare, insieme ai responsabili del marketing della Mondelez International, un vero e proprio centro di comando per i social media nella sede di New York della 360i, pronti a lavorare su ogni singolo spunto che potesse venir fuori durante il Super Bowl. Pubblicitari e dirigenti hanno impiegato cinque minuti per concepire e produrre la pubblicità, secondo quanto ha raccontato Laurie Guzzinati, la portavoce della società.
Non si è trattato comunque dell’unico caso: anche altre aziende hanno avuto la stessa idea. Calvin Klein ha twittato e pubblicato su Facebook un video realizzato con Vine, l’app con cui si possono girare e condividere video di sei secondi, mentre il detersivo Tide ha pubblicato una pubblicità istantanea su Twitter scrivendo: “Non possiamo risolvere il vostro black out, ma possiamo rimuovere la vostra macchia”. Nessuna di queste però ha avuto lo stesso impatto di quella degli Oreo: il primo caso di successo di “instant-advertising” che pure esisteva già, scrive il Washington Post.