La differenza tra Mario Balotelli e “MARIO BALOTELLI!!!”
Il rapporto tra calcio e letteratura e gli atleti come personaggi di un romanzo, nell'intervista di Studio a Brian Phillips, celebrato giornalista sportivo
La rivista Studio ha pubblicato un’intervista di Davide Coppo con Brian Phillips, uno scrittore-giornalista sportivo che gestisce uno dei migliori e più particolari blog di calcio del mondo, in lingua inglese, che si chiama Run of Play (l’indirizzo è attualmente questo, anche se molte delle cose migliori sono ancora all’indirizzo vecchio). Nell’intervista Phillips parla di molte cose, tra cui il suo rapporto con il calcio e con la scrittura e il suo tema ricorrente dei calciatori (e allenatori) come personaggi di un romanzo. Quella cosa, spiega Phillips, che fa sì che benché Balotelli sia “un essere umano, con opinioni e problemi e ricordi suoi”, venga trasformato “in MARIO BALOTELLI!!!, questo personaggio da cartone animato un po’ stereotipato incomprensibilmente pazzo e divertentissimo”. Phillips ha anche un account Twitter.
Brian Phillips è americano, ama il calcio (e tante altre cose, ma principalmente il calcio) e ne scrive per lavoro. Ha un sito, si chiama The Run of Play, e scrive anche per Grantland, uno dei migliori siti di sport e pop del panorama web. Anche The Run of Play è un prodotto eccezionale, e Brian può essere definito una delle migliori penne sportive del pianeta senza eccedere in adulazione. Quello che fa è difficilmente descrivibile, è una sorta di mix tra cultura pop, cultura sportiva, e cultura letteraria. Qualcosa che ti fa vedere le cose da punti di vista completamente inediti. Qualcosa di prezioso e arricchente, che si inserisce in una tradizione giornalistica ben tracciata nel mondo anglosassone e che in Italia manca quasi completamente. Parlare di calcio (o di sport, in generale) attraverso filtri culturali, attraverso una scrittura di qualità e un’analisi approfondita è un modo di valorizzare uno dei legami sociali più profondi del mondo non soltanto occidentale, e insieme uno strumento necessario per elevare il discorso giornalistico di un tema che troppo spesso è relegato alla volgarità da talk show o alla banalità cronachistica da quotidiano del lunedì.
Gli ho scritto per proporgli un’intervista, qualche tempo fa, e con sorprendente gentilezza (sorprendente solo a causa di un mio intrinseco pessimismo) mi ha risposto certo, ma preferisco scrivere che parlare. Ho pensato ok, meglio di niente, ma sbagliavo: la dimensione di Brian Phillips è quella della scrittura, è chiaro. Non avrei potuto pretendere risposte migliori. Puntuali, umoristiche, personali e mai banali. Me lo sono immaginato, alla scrivania, concentrato sulla tastiera e concentrato sulle parole, così importanti, così pesanti. È nata così questa conversazione, sul calcio e su molto altro. Perché il calcio, bisognerebbe ficcarselo bene in testa, è sempre molto altro.
(continua a leggere sul sito di Studio)