Manifestazioni e scontri in Tunisia
Le foto delle proteste in molte città del paese dopo l'assassinio di Chokri Belaïd, uno dei leader dell'opposizione di sinistra
Aggiornamento 18.15 – I rappresentanti di quattro gruppi di opposizione tunisini, tra cui quello del Fronte Popolare di cui era leader Chokri Belaïd, si sono ritirati dall’Assemblea Costituente e hanno indetto uno sciopero generale.
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Dopo l’uccisione, questa mattina a Tunisi, di Chokri Belaïd, uno dei leader dell’opposizione di sinistra del Fronte Popolare, sono iniziate in alcune zone del paese una serie di manifestazioni e proteste contro la polizia: a Tunisi ci sono stati scontri con i manifestanti e la polizia ha sparato gas lacrimogeni per cercare di disperdere la folla, che stava cercando di entrare nella sede del ministero degli Interni.
A Mezzouna un gruppo di manifestanti ha cercato di incendiare la sede del partito islamista moderato Ennahda, che guida il governo, e saccheggiato gli uffici della sede di Gafsa. A Sidi Bouzid, la città dove due anni fa sono iniziate le manifestazioni che poi hanno portato alla cosiddetta “Primavera Araba” e alla caduta di Ben Ali, hanno manifestato più di quattromila persone, che hanno bruciato mucchi di pneumatici e lanciato pietre contro la polizia. Chokri Belaïd stava uscendo da casa sua quando è stato colpito da alcuni proiettili al collo e alla testa, ed è morto poco dopo in una clinica vicina. I familiari di Chokri Belaïd hanno subito accusato il capo di Ennahda, Rarhid Ghannuchi, di essere il mandante dell’omicidio.
Il presidente tunisino Moncef Marzouki ha condannato l’omicidio di Belaïd, ma non ci sono però ancora informazioni sui responsabili né sulle motivazioni del suo omicidio. Secondo France 24, che cita alcuni testimoni oculari, a uccidere Chokri Belaïd sarebbero state tre persone. Il primo ministro Hamadi Jebali, segretario generale di Ennahda, ha detto che si è trattato di un atto terroristico e ha promesso che gli assassini saranno arrestati. Il 2 febbraio 2013 Chokri Belaïd aveva accusato il partito di Ennahda di aver organizzato un attacco terroristico durante un incontro del Movimento dei patriottici democratici (MOUPAD), di cui era segretario generale.