La tv e Netflix
Il popolare servizio americano di streaming online ha prodotto una serie tv sulla politica con Kevin Spacey, che si può guardare tutta in una volta
Netflix è una società che offre, tra le altre cose, servizi di streaming online on demand, soprattutto film e serie tv: è nota per avere rivoluzionato il sistema del noleggio di film negli Stati Uniti ma oggi lo streaming online è la sua principale attività e negli ultimi anni ha iniziato a fornire i propri servizi anche nel Regno Unito, in Irlanda, in Svezia, in Danimarca, in Norvegia e in Finlandia. Di norma, attraverso Netflix si possono “noleggiare” film e programmi o serie tv già andati in onda. Il primo febbraio Netflix ha reso disponibile la serie House of Cards: tutta la prima stagione della serie, tredici episodi, è stata diffusa nello stesso momento.
House of Cards è stata prodotta interamente da Netflix, che ne ha acquistato i diritti battendo i canali via cavo AMC e HBO per 100 milioni di dollari (per due stagioni da 13 episodi), diventando la produzione più costosa in assoluto per un prodotto televisivo pensato esclusivamente per Internet. House of Cards è basata sull’omonima miniserie televisiva trasmessa nel 1990 dalla BBC, a sua volta un adattamento di un romanzo scritto da Michael Dobbs, ex membro del Partito Conservatore britannico. Racconta la storia di Frank Underwood, interpretato da Kevin Spacey, un politico che vuole vendicarsi del presidente degli Stati Uniti per non aver ottenuto la nomina a Segretario di Stato. L’episodio pilota è stato prodotto e diretto da David Fincher, regista di Fight Club e The Social Network, e la produzione è stata annunciata da Netflix a marzo del 2011, destando molta curiosità.
Netflix esiste dal 1997. All’inizio offriva un servizio di noleggio di DVD e videogiochi che spazzò via la concorrenza di Blockbuster, dando la possibilità ai propri utenti di sottoscrivere degli abbonamenti flat, di noleggiare un film su Internet e riceverli a casa per posta, senza limiti di tempo per la restituzione, al prezzo mensile di 8,99 dollari. Dal 2008 è stato attivato il servizio di streaming online on demand, accessibile tramite un apposito abbonamento.
A marzo del 2011 Netflix aveva poi annunciato di volersi occupare di contenuti inediti e produzioni esclusive con un servizio “Watch Instantly“, per cercare di differenziare la propria offerta da quella di Amazon e Hulu, che offrono film e show televisivi in streaming on demand. Fu una scelta importante anche perché non era chiaro, orientandosi sempre di più verso lo streaming, che cosa Netflix avrebbe fatto dell’incredibile quantità di DVD presente nei suoi archivi. Reed Hastings, fondatore della società, a settembre del 2011 decise di anticipare tutti annunciando che Netflix si sarebbe dedicato solo ai servizi di streaming e avrebbe rinunciato al noleggio di DVD: gli utenti però reagirono male, molti abbonati disdirono i loro abbonamenti, gli investitori furono terrorizzati da una mossa così improvvisa. L’Economist scrisse che Hastings aveva “incasinato tutto”.
Netflix corresse il tiro e decise allora di muoversi su entrambi i fronti, continuando col noleggio ma dedicandosi anche alla produzione di contenuti originali: alla fine del 2011, nonostante le sue azioni avessero perso in pochi mesi i due terzi del proprio valore, Netflix ordinò – oltre ad House of Cards – anche due stagioni da otto episodi della serie norvegese Lilyhammer e una quarta stagione di Arrested Development, un vecchio show della Fox, in formato miniserie. Netflix ha oggi 24 milioni di abbonati negli Stati Uniti e negli ultimi due anni si è esteso al Canada e all’America Latina e, a gennaio 2012, alla Gran Bretagna e all’Irlanda. L’Europa è il prossimo obiettivo di mercato di Netflix, che è già disponibile in Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia e starebbe progettando l’arrivo in Italia.
Il primo episodio di House of Cards è stato diffuso gratuitamente anche ai non abbonati. Questo ha rilanciato una serie di preoccupazioni relativamente al bilancio di Netflix, che ha fatto un incredibile investimento per l’acquisto di programmi originali: la sua crescita finanziaria è sempre andata di pari passo col numero di abbonamenti ma con le nuove produzioni il divario tra guadagni e flusso di denaro disponibile è diventato abbastanza preoccupante. Reed Hastings ha spiegato che i guadagni si vedranno sul lungo termine e che siamo di fronte a qualcosa “che cambierà la televisione per sempre”, dato che il luogo privilegiato per trovare nuovi spettatori sarà sempre più la rete.
Una giornalista dell’Atlantic Wire ha calcolato che Netflix dovrebbe sottoscrivere 520 mila nuovi abbonamenti per coprire i 100 milioni di dollari del progetto House of Cards, un numero non impossibile da raggiungere. Ma il progetto di Netflix è riuscire a produrre cinque show originali all’anno, che richiederebbero un aumento del 10 per cento degli abbonamenti totali nel mondo (33 milioni).
Un’altra cosa che cambia, con Netflix, è l’approccio alla serialità: le tredici puntate della prima stagione di House of Cards sono state diffuse tutte insieme. Chi vuole può vederle tutte in un solo giorno, mentre normalmente seguendo la programmazione tradizionale sarebbero state necessarie diverse settimane. Secondo alcuni questo soddisfa le aspettative degli utenti abituati al download delle serie tv da Internet, secondo altri impedisce di fare una promozione capillare dei prodotti, di discutere dei singoli episodi, di creare “fenomeni” che durino nel tempo.