I kwan-li-so della Corea del Nord
Le storie terribili e il funzionamento dei campi di lavoro e concentramento in Corea del Nord, ora che sono visibili nitidamente su Google Maps
Nei primi giorni della settimana Google ha pubblicato per la prima volta una mappa della Corea del Nord, basata sulle informazioni fornite dagli utenti attraverso il sistema Google Maps Maker e sulle nuove immagini satellitari del paese aggiunte e messe online negli ultimi mesi dalla società. Per la prima volta è possibile osservare più nel dettaglio la capitale Pyongyang e molte altre aree rurali del paese, conosciuto per l’estrema chiusura verso l’esterno del suo regime. Tra le informazioni geografiche pubblicate da Google ci sono anche indicazioni sui campi di detenzione e di lavoro attivi nel paese, strutture di cui si parla da anni.
Una prima serie di campi nelle nuove immagini satellitari era stata notata la settimana scorsa da un blogger, che aveva segnalato l’esistenza e l’attività di alcune di queste strutture. La pubblicazione delle nuove mappe della Corea del Nord su Google Maps conferma la loro presenza sul territorio e, secondo diversi osservatori, pone nuove serie domande sul regime nordcoreano e sulla violazione dei diritti umani nel paese.
(dentro ogni foto la storia di ogni campo di lavoro, il loro funzionamento e qualche testimonianza)
Utilizzando le informazioni su Google Maps, Al Jazeera ha selezionato e messo in evidenza le immagini satellitari dei principali campi di detenzione nordcoreani. Le nuove mappe mostrano i campi per i lavori forzati, dove si stima siano detenute almeno 200mila persone in condizioni alquanto precarie. Le immagini satellitari sono molto più definite rispetto alle precedenti e consentono di cogliere molti più dettagli su questo tipo di strutture, anche grazie alle indicazioni fornite dagli utenti sui diversi edifici e sulle loro funzioni. È bene ricordare che in molti casi non è possibile avere informazioni dirette su che cosa accade e su come sono organizzati i campi di concentramento nordcoreani. I testimoni sono pochissimi e in alcuni casi hanno dato versioni contrastanti sulle colonie penali.
A inizio anno il presidente esecutivo ed ex CEO di Google, Eric Schmidt, ha visitato la Corea del Nord insieme con il governatore del New Mexico. Ha incontrato alcune delle autorità locali – non i vertici del regime – e ha invitato il paese ad aprirsi maggiormente al mondo a partire da Internet e dalla rimozione delle tante censure che riguardano la Rete, accessibile tra l’altro da un numero limitatissimo di persone. Google ha spiegato che non c’è comunque nessun nesso tra la visita di Schmidt e la recente pubblicazione delle nuove mappe. Google, del resto, non deve chiedere particolari permessi prima di mettere online immagini satellitari e informazioni geografiche.