10 fotografie di Cindy Sherman
Apre giovedì a Merano una mostra su una delle più importanti artiste contemporanee, con più di 50 opere giovanili
Sarà inaugurata giovedì 31 gennaio negli spazi di Merano Arte, a Merano, la mostra That’s me – That’s not me, Le opere giovanili 1975 -1977, che raccoglie una cinquantina di opere giovanili dell’artista statunitense Cindy Sherman, tutte provenienti dalla collezione Verbund di Vienna. Sherman è una delle più importanti artiste contemporanee. È nata nel 1954 a Glen Ridge, nel New Jersey. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti e le sue opere sono esposte nelle collezioni di prestigiosi musei, quali la Tate Gallery di Londra, la Corcoran Gallery di Washington D.C., il Museum of Modern Art e il Metropolitan Museum di New York. A febbraio del 2012 il Museum of Modern Art di New York ha ospitato una sua ampia retrospettiva. Molti di questi lavori, risalenti al periodo in cui Sherman concluse gli studi allo State University College di Buffalo, non sono mai stati esposti in Italia.
Cindy Sherman da sempre ragiona sul corpo partendo dall’immagine di sé attraverso l’uso della fotografia, e si concentra sugli stereotipi sociali e culturali creando autoritratti dei diversi e possibili Io che vivono nella personalità di ciascuno. La sua indagine, che attraversa performance, fotografia, video e body art, tocca anche temi come la donna, il doppio, la comunicazione di massa e l’idea che si ha del corpo e dei ruoli sociali.
Cindy Sherman è conosciuta soprattutto per la serie di fotografie Untitled Film Stills, create tra il 1977 e il 1980, in cui interpreta situazioni cinematografiche paradossali e stereotipate. Nel 1982, spiegando con quale atteggiamento si approccia all’arte, disse di cercare «quella sensazione di blocco alla gola che forse viene dalla disperazione e dal pianto: esprimere emozioni intangibili. Una fotografia dovrebbe andare oltre se stessa, l’immagine oltre il medium, per diventare veramente presente».
Nel caso della mostra di Merano, sotto la curatela di Gabriele Schor, che ha seguito Cindy Sherman per molti anni, si potranno vedere tre tipi di opere. Le foto Untitled (Growing Up), del 1975, dove Sherman si dedica al ritratto e all’interpretazione: sono fotografie che la ritraggono con il volto trasformato e che rappresentano i cambiamenti della fisionomia di una bambina che diventa una ragazza. La seconda fase delle opere esposte inizia quando la performance coinvolge tutto il corpo dell’artista: Sherman fotografa se stessa in diversi ruoli e pose, assumendo differenti identità, e poi ritaglia le figure dalle fotografie con un processo che si potrebbe definire cut-out. Nascono così i Doll Clothes e vari lavori in cui i cut-out vengono sovrapposti e allineati. Nel terzo gruppo di opere Sherman fa interagire diversi personaggi che rappresentano delle tipologie di mondo interiore femminile e che rappresentano la follia, il desiderio, la vanità, la sofferenza, la donna affranta, l’amante ideale.
La mostra resterà allestita fino al 26 maggio negli spazi di Merano Arte, Edificio Cassa di Risparmio, che si occupa di arte contemporanea, arte figurativa, fotografia, architettura, musica, letteratura, nuovi media e che collabora su questi temi con istituzioni nazionali e e internazionali.