Il giorno dopo a Santa Maria, Brasile
Le foto di quel che resta del locale in cui sono morte 230 persone, per un incendio causato dai fuochi d'artificio lanciati da una band: il governo ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale
Il governo del Brasile ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale per l’incendio nel locale notturno di Santa Maria, nello stato del Rio Grande do Sul, in cui sono morte almeno 230 persone e 130 sono rimaste ferite. L’incidente è stato il più grave per un incendio negli ultimi 50 anni del paese e le autorità sono al lavoro per determinarne con certezza le cause, mentre i parenti delle persone morte hanno iniziato a raggiungere la zona.
L’incendio si è verificato nelle prime ore di domenica 27 gennaio nel locale notturno KISS in cui era stata organizzata la festa “Agromerados”. L’evento era stato organizzato dagli studenti di sei diversi corsi di laurea dell’Università federale di Santa Maria. Alla festa, che era iniziata intorno alle 23 locali del 26 gennaio (le 2 di notte in Italia), stavano partecipando almeno 500 persone, anche se secondo altre fonti di stampa della zona nel locale si erano ormai ammassate tra le 1000 e le 2000 persone. In buona parte erano studenti di pedagogia, veterinaria e agraria.
Intorno alle 2:30 del 27 gennaio (le 5:30 del mattino in Italia), la festa era ancora in pieno svolgimento e stava per salire sul palco la band Gurizada Fandangueira. La band ha fatto il proprio ingresso a effetto accendendo alcuni fuochi d’artificio. Non è ancora del tutto chiaro che cosa sia accaduto dopo, ma con ogni probabilità – e stando alle prime ricostruzioni – i fuochi pirotecnici avrebbero innescato l’incendio: alcune scintille e l’alta temperatura avrebbero fatto incendiare la schiuma fonoassorbente attaccata al soffitto, facendo propagare molto rapidamente le fiamme all’interno della sala.
I componenti della band hanno tentato di spegnere l’incendio utilizzando l’acqua che avevano a disposizione, mentre altri responsabili della sicurezza sono intervenuti con gli estintori. I vari tentativi si sono però rivelati inutili: in meno di tre minuti buona parte del locale stava andando a fuoco.
In un primo momento, hanno spiegato alcuni testimoni, i responsabili della sicurezza al fondo del locale non hanno capito che cosa stesse accadendo. Hanno notato una grande concitazione e hanno pensato che fosse in corso una rissa tra alcuni clienti. Per questo motivo hanno bloccato l’unica uscita del locale, pensando che in questo modo nessuno sarebbe potuto uscire approfittando della rissa per non pagare il conto. Decine di persone hanno cercato di mettersi in salvo utilizzando altre porte, immaginando fossero uscite di sicurezza. Si sono invece ritrovate nei bagni senza avere nessuna possibilità di fuga. Stando ai primi resoconti dei soccorritori, circa il 90 per cento dei corpi è stato ritrovato nelle toilette del locale.
A quasi un’ora dall’inizio dell’incendio Michele Cardoso ha pubblicato un messaggio sul proprio diario Facebook segnalando l’incendio e chiedendo soccorso. Diversi amici, inconsapevoli di che cosa stesse accadendo al KISS, le hanno risposto chiedendole ulteriori informazioni. La loro amica, hanno poi scoperto, era morta nel locale poco dopo avere inviato il messaggio.
I vigili del fuoco intervenuti nella zona sono riusciti a domare l’incendio intorno alle 5 del mattino (le 8 in Italia), mentre i lavori di recupero delle persone morte e dei feriti sono proseguiti per diverse ore. Le operazioni di soccorso sono state complicate dal precario stato dell’edificio che ospitava il KISS, quasi del tutto carbonizzato e quindi pericolante. Buona parte dei corpi delle oltre 230 persone morte sono stati raccolti in una palestra municipale poco distante dal locale. Nell’incendio sono morti almeno 120 ragazzi e 113 ragazze, con un’età compresa tra i 16 e i 20 anni.
Stando sempre alle ricostruzioni delle autorità locali, buona parte delle morti non è stata causata direttamente dalle fiamme, ma dall’alta concentrazione di monossido di carbonio e di altri gas tossici prodotti dalla combustione. Molti sono quindi deceduti per asfissia, altri per essere stati pressati e calpestati dalla folla di persone in cerca di una via di salvataggio.
Uno dei membri della band ha spiegato che l’effetto pirotecnico era già stato utilizzato in passato in altri locali, e che non aveva mai causato alcun tipo di problema. Il KISS sembra comunque che non fosse del tutto a norma: il permesso che viene periodicamente concesso dai vigili del fuoco non era stato rinnovato dopo agosto 2012. Ci potrebbero quindi essere conseguenze legali per i proprietari del locale e forse anche per alcuni componenti del gruppo musicale. I legali del KISS hanno respinto le accuse sul fatto che il locale non fosse a norma e hanno confermato di volere collaborare con le autorità per quanto riguarda le indagini.