Ha il resto di un milione di sterline?
La Banca d'Inghilterra custodisce banconote da un 1 milione e da 100 milioni: c'entra l'Irlanda del Nord e anche un episodio dei Simpson
Nel ventesimo episodio dalla nona stagione dei Simpson si racconta di come il proprietario della centrale nucleare di Springfield, Montgomery Burns, nel 1945 abbia rubato una banconota da un trilione di dollari fatta stampare dal presidente degli Stati Uniti Harry Truman per aiutare la ricostruzione in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale.
L’idea alla base dell’episodio, trasportare grandi quantità di denaro stampando enormi banconote, era divertente proprio perché assurda. C’è un caso, però, accaduto veramente, che se non è proprio quello dei Simpsons ci si avvicina parecchio. È la storia dei Giganti e dei Titani, le banconote da 1 milione e da 100 milioni di sterline stampate dalla Banca d’Inghilterra, che BBC ha raccontato oggi sul suo sito.
Come è facile immaginare, né i Giganti da 1 milione di sterline (grandi la metà di un foglio A4) né i Titani da 100 milioni (grandi come un A4) sono stati pensati per essere utilizzati dai privati. Sarebbe troppo pericoloso girare per strada con qualche milione di sterline nel proprio portafoglio. Le super banconote vengono stampate dalla stessa Banca d’Inghilterra e una volta pronte vengono chiuse a chiave nelle sue cassaforti (in totale, dal 1908 a oggi, ne sono state stampate circa 4000).
Il loro scopo, infatti, è essere custodite per fare da garanzia per altre banconote. Facciamo un passo indietro: il sistema monetario del Regno Unito ha alcune particolarità. Una di queste è che alcune banche private di Scozia e Irlanda del Nord hanno il permesso di stampare sterline scozzesi e sterline nordirlandesi. In realtà queste banconote non sono nemmeno delle vere banconote, non hanno “corso legale” e possono essere rifiutate a discrezione di chi le riceve. Sono delle promesse di pagamento, che possono essere legalmente cambiate – con un rapporto di uno ad uno – in sterline (quelle vere) nelle banche del Regno Unito (ma non provate a farvele cambiare all’estero).
Si tratta, in sostanza, di poco più di un gesto simbolico per consentire a quegli scozzesi e nordirlandesi che lo desiderano, di utilizzare banconote con, ad esempio, la faccia di Robert the Bruce (uno dei più celebri re della Scozia) al posto della regina Elisabetta. Come abbiamo già scritto, queste banconote non godono di molta popolarità. La poca che hanno deriva dal fatto che per ogni sterlina scozzese o nordirlandese che una banca vuole stampare deve depositare un equivalente di sterline inglesi presso la Banca Centrale. Quindi: se una banca scozzese dovesse fallire, chi possiede le sterline scozzesi emesse da quella banca può stare tranquillo: la banca centrale ha in riserva abbastanza sterline da cambiare la sua banconota.
E così arriviamo finalmente ai Titani e ai Giganti. In tutto le banche scozzesi e quelle dell’Irlanda del Nord hanno emesso le loro “banconote” per un valore totale di molto più di un miliardo di sterline. Sarebbe piuttosto costoso e scomodo conservare l’equivalente di questa cifra in sterline inglesi sotto forma di banconote di piccolo taglio. Per questo motivo la Banca d’Inghilterra ha inventato le super-banconote, tramite le quali si possono tenere chiuse in una sola cassaforte l’equivalente di tutte le sterline locali in circolazione.
In realtà non c’è un gran bisogno di tenere queste banconote – che sono tutte numerate – chiuse a chiave, visto che il rischio che vengano rubate è piuttosto basso. Per motivi simbolici – le super banconote garantiscono un valore molto significativo – la Banca d’Inghilterra le custodisce ugualmente con molta attenzione. O almeno lo fa quasi sempre.
Una casa d’asta di Londra ha venduto qualche tempo fa uno dei Giganti, messo in vendita dalla vedova di un cassiere della Banca d’Inghilterra che l’aveva sottratta in modo curiosamente simile a quello raccontato nell’episodio dei Simpons. La banconota era stata cancellata molti anni fa in occasione della sua sparizione ed era stata emessa in connessione con il Piano Marshall, il grande piano di ricostruzione dell’Europa finanziato negli anni ’40 dagli Stati Uniti.