I veri impresentabili
Michele Serra sulla politica che affida alle fedine penali la scelta dei candidati, lavandosene le mani: e candidando Scilipoti e Razzi
Michele Serra dedica mercoledì la sua rubrica su Repubblica alla politica che si autoassolve escludendo dalle liste candidati con inchieste a carico ma rinunciando a ogni rilievo sulla qualità umana e politica dei candidati senza pendenze penali. Come i due più celebri, Antonio Razzi e Domenico Scilipoti.
Per capire quanto la politica abbia (lei per prima) perduto ogni stima di se stessa, si consideri la vicenda della ricandidatura nel Pdl di Razzi e Scilipoti. I due, ex dipietristi passati al fronte berlusconiano in cambio di un piatto di lenticchie (molte lenticchie), sono il simbolo vivente della politica mercenaria. L’eloquio sgrammaticato e compiaciuto, e i tratti umani da commedia dell’arte, hanno provveduto a farne, specie Scilipoti (ma Razzi non ha demeritato) due macchiette mediatiche, derise e malviste non solo dal fronte politico “tradito”, ma anche dai nuovi compagni: molti nel Pdl sono in rivolta contro le loro candidature. Erano impresentabili, Razzi e Scilipoti?
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(nella foto di Mauro Scrobogna/Lapresse, Antonio Razzi festeggiato dopo il voto di fiducia al governo Berlusconi il 14 dicembre 2010)