La storia del falso economista portoghese
Come Artur Baptista da Silva ha convinto i media del Portogallo, che lo intervistavano spesso, di essere un esperto di economia critico col governo (indizio: molti biglietti da visita)
di Francesco Marinelli – @frankmarinelli
Artur Baptista da Silva, fino a qualche tempo fa, era uno degli esperti economici portoghesi che più avevano avuto spazio sui mezzi di comunicazione, a livello nazionale e internazionale: per quasi un anno ha avuto un ruolo importante nel criticare le politiche economiche del governo portoghese, con interviste frequenti sulla stampa e in televisione. Poi si è scoperto che non era esperto di niente.
Per quasi un anno Artur Baptista da Silva si è spacciato, con successo, per un ex consulente di un politico portoghese, ex consigliere della Banca Mondiale, ex ricercatore finanziario per le Nazioni Unite, ex professore negli Stati Uniti. Negli ultimi mesi aveva criticato fortemente l’ultima manovra economica del Portogallo: aveva detto che il governo portoghese avrebbe dovuto rinegoziare il debito pubblico, che era sbagliato alzare le tasse e che i tagli del governo della spesa pubblica non avrebbero portato benefici. Tutte misure che in parte il Portogallo aveva concordato con le istituzioni europee per il progetto di bilancio del prossimo anno, uno dei più restrittivi dell’Eurozona, necessario per mantenere gli impegni presi con l’Unione Europea. Anche Reuters gli aveva dedicato un articolo, in cui da Silva sosteneva:
«Se non lo si rinegozia subito [il debito], o al massimo tra sei mesi, ci troveremo in ginocchio. Tutte le proiezioni che abbiamo fatto sull’economia, il debito, la disoccupazione, ci fanno credere che il Portogallo non sarà in grado di controllare il disagio sociale in un anno e mezzo»
Inoltre, da Silva aveva elencato tutta una serie di dati sulla disoccupazione e su quanti, in Portogallo, vivono sotto la soglia di povertà. Secondo quanto scrive l’Independent e quanto riporta anche BBC però, Artur Baptista da Silva non è un economista, né avrebbe mai ricoperto le cariche elencate all’inizio. La sua storia come sedicente economista inizia quando nel mese di aprile del 2012 si presentò a un convegno di una delle più importanti istituzioni filantropiche portoghesi, l’Academia do Bacalhau, portando con sé moltissimi biglietti da visita. Con false credenziali.
Al convegno, Artur Baptista da Silva si era presentato come professore di economia sociale del Milton College, un’università privata del Wisconsin, negli Stati Uniti, chiusa però dal 1982. Aveva raccontato di aver coordinato un progetto di ricerca delle Nazioni Unite per lo United Nations Development Programme (UNDP), sugli effetti della recessione nei paesi dell’Europa meridionale. Il suo falso curriculum includeva anche il ruolo di consigliere economico del politico portoghese João Sampaio, morto nel 2011, e un altro come consulente della Banca Mondiale.
Al convegno da Silva aveva portato con sé anche un documento ben scritto, spacciato per suo, con il titolo: “Crescita, disuguaglianza e povertà”. L’autore del documento però non era Artur Baptista da Silva ma un dipendente della Banca Mondiale: il testo era stato semplicemente trovato su Internet e stampato.
Questa “carriera” gli è valsa comunque per diversi mesi molte interviste su quotidiani e settimanali portoghesi, oltre a diverse partecipazioni a programmi televisivi. Il mese scorso, secondo il quotidiano spagnolo El Paìs, ha anche partecipato a un dibattito all’International Club, un’organizzazione culturale e sociale di Lisbona molto importante, ricevendo molti applausi dopo il suo intervento. In diverse occasioni da Silva ha incontrato privatamente i leader dei principali sindacati portoghesi.
I guai per Artur Baptista da Silva sono iniziati un mese fa, quando alcuni rappresentanti delle Nazioni Unite hanno confermato a una televisione portoghese che questo non aveva mai preso parte a nessun progetto, come invece aveva spiegato lui. Sono iniziati quindi i sospetti e le indagini, della stampa e della polizia.
Altre ricerche hanno dimostrato che i suoi titoli universitari erano falsi e che tutta una serie di documenti, che aveva detto fossero suoi, appartengono ad altre persone. Quando tutte le bugie sono venute fuori Artur Baptista da Silva ha diffuso un comunicato, accusando i giornalisti di aver messo in piedi una “caccia alle streghe”. Ora si trova in custodia cautelare in carcere, in Portogallo: la polizia ha aperto un’indagine nei suoi confronti per frode.
Foto: Artur Baptista da Silva