Il secondo insediamento di Obama
Le foto più belle della giornata a Washington D.C. e i passaggi più importanti del discorso di Obama, incentrato sull'uguaglianza tra tutti i cittadini
Barack Obama si è ufficialmente insediato alla presidenza degli Stati Uniti per il suo secondo mandato. Tutto è andato come da programma – canzone di James Taylor, giuramento di Joe Biden, giuramento di Obama, discorso di Obama, canzone di Kelly Clarkson, poesia di Richard Blanco, benedizione del reverendo Luis Leon, inno nazionale cantato da Beyoncé – eccezion fatta per un piccolo inciampo di Obama mentre ripeteva la formula di rito con il giudice capo della Corte Suprema, John Roberts. Il giuramento formale si era tenuto ieri alla Casa Bianca, come previsto dalla Costituzione.
Durante il suo discorso – qui il testo integrale – Obama ha ripreso molti dei temi che gli sono più cari e di cui aveva parlato durante la campagna elettorale, parlando soprattutto di uguaglianza: la necessità di costruire infrastrutture moderne per avere un’economia moderna, perché nessuno può farcela da solo; la di avere regole chiare e valide per tutte per far funzionare adeguatamente il libero mercato; di avere cura dei più deboli e vulnerabili. «Questa generazione di americani», ha detto Obama, «ha attraversato crisi che hanno rafforzato la nostra risolutezza e messo alla prova la nostra resistenza. Un decennio di guerra si sta concludendo. La ripresa economica è iniziata». Nel messaggio centrale del suo discorso, Obama ha detto che «noi, il popolo, dichiariamo che la più evidente delle verità, che tutti gli uomini sono creati uguali, è la stella che ci guida. Cari americani, noi siamo fatti per questo momento, e non ce lo faremo scappare, finché lo faremo tutti insieme».
Obama ha poi parlato del riscaldamento globale, tema che era stato completamente ignorato da lui e Romney durante la campagna elettorale: «il fallimento su questo problema è un tradimento dei nostri figli e delle generazioni future». Altri passaggi rilevanti: quelli in cui Obama ha detto che «pace e sicurezza durature non implicano necessariamente la guerra perenne» e che «il nostro viaggio verso la libertà non potrà dirsi completo fin quando i nostri fratelli e le nostre sorelle omosessuali non saranno trattati come tutti davanti alla legge: se è vero che tutti siamo creati uguali, allora l’amore tra ciascuno di noi dev’essere trattato allo stesso modo».