
1 di 15
Confini 10 a Milano
© Chiara Rame, Glue
© Chiara Rame, Glue
© Mauro Battiston, Lost in Eden
La nostra condizione umana è contraddistinta dal segno della mancanza. Siamo parte della natura e contemporaneamente ne siamo separati. Il nostro vissuto di armoniosa unità, convive con quello della separazione e della perdita. Nel corso dell'esistenza, viviamo eventi dolorosi che tracciano un solco, una iato tra il prima ed il dopo. A fronte di ciò può emergere il vissuto dell'impossibilità a ridare un senso al vivere oppure la ricerca di un godimento compulsivo o anestetico per lenire nell'immediato il dolore della ferita. La perdita può essere quasi intollerabile, eppure vivere il dolore, in uno stato di raccoglimento, è il primo passo per risignificare la propria vita a partire proprio da tale ferita. La vita umana fiorisce ed il desiderio evolve facendo della mancanza il tratto specifico di ogni esistenza.
Courtesy Confini 10
© Nicolò Quirico, Palazzi di parole, Lecco
“Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure”, scriveva Italo Calvino nel suo celeberrimo Le città invisibili. È quasi inevitabile: davanti ai Palazzi di Parole di Nicolò Quirico il pensiero corre al testo di Calvino, alle città che, sempre di più vanno somigliandosi l’una all’altra e che pure, però, se sapute ascoltare, possono dare risposte alle nostre domande. Ed è proprio sulla voce della città che si concentra questo suggestivo progetto di Nicolò Quirico. Come gli angeli di Wim Wenders osserviamo la città da un punto di vista inconsueto, raggiungiamo il suo ventre e ascoltiamo la sua voce, o meglio: le sue mille voci. Una babele di voci eterogenee, suoni, parole, melodie e rumori… sussurri, grida, pensieri, ricordi. Vita, insomma, poiché la città è, innanzitutto, nel bene e nel male, un luogo vitale e dinamico, in continuo mutamento. Della città Nicolò Quirico sa rubare l’anima, soffermandosi, quasi casualmente, sui molti edifici che la compongono: palazzi di epoche diverse, stili diversi, pensati per modi di vita diversi, messi tra loro in relazione, talvolta quasi uniformati, dalla trama inquieta e nervosa del tessuto urbano. Dai luoghi storici ai palazzi più insignificanti, lo sguardo dell’artista scorre qua e là per le strade delle città che gli sono vicine, che in un certo senso più gli appartengono, professionalmente e culturalmente: Milano, Como, Lugano… Il suo non è uno sguardo interessato alla qualità architettonica o all’importanza storica dell’edificio, né tanto meno bada alla sua estetica. La sua attenzione è tutta rivolta alla vita che in quei luoghi è passata, passa e passerà in futuro. Alle cento, mille storie che si sono svolte dentro quei muri. (Dal testo curatoriale di Simona Bartolena)
Courtesy Confini 10
© Carola Ducoli, L'altrove
L'Altrove è una ricerca fotografica realizzata fra il 2011 e il 2012 che mostra i confini di Milano, nelle zone di rottura in cui tutto scompare. Campagne, tralicci, cavi dell'alta tensione, scarti di piccoli caseggiati, solo tracce dell'essere umano e del suo passaggio, con alle spalle il tutto e di fronte il nulla: l'altrove.
Una figura di spalle percorre questi luoghi, li riscopre, li osserva, vaga sino ai margini in silenzio, nel paesaggio dimenticato dalla grande città. La realizzazione sfrutta materiali poveri e una tecnica di stampa sperimentale basata sull'utilizzo di pigmenti disciolti in acqua, attraverso un procedimento artigianale che rende ogni trittico un'opera unica.
Courtesy Confini 10
© Carola Ducoli, L'altrove
© Carola Ducoli, L'altrove
© Nicolò Quirico, Palazzi di Parole, Milano
© Nicolò Quirico, Palazzi di Parole, Rasini
© Nicolò Quirico, Palazzi di Parole, RCS
© Nicolò Quirico, Palazzi di Parole, Busto Arsizio
© Francesca della Toffola, Accerchiati Incanti
Gli "accerchiati incanti" sono per il poeta Andrea Zanzotto quelle pozze d’acqua che si incontrano passeggiando nei “palù” ma anche quei cerchi che si formano nell’acqua quando cade una foglia o un’infiorescenza o simili.
Nel mio progetto quei momenti di incanto diventano il tentativo di fusione con la natura. La stessa natura dalla quale il poeta si sentiva abbracciato, confortato, avvolto.
Oltre l’orizzonte, oltre il limite, oltre il terreno….penetrare la superficie di materia, luce, fotografia…trasparire.
Courtesy Confini 10
© Francesca della Toffola, Accerchiati Incanti
© Francesca della Toffola, Accerchiati Incanti
© Chiara Rame, Glue
«La storia di Glue, inizia quando la fotografa ritrova un registro di fabbrica abbandonato. All'interno, lo sconosciuto proprietario aveva incollato immagini da giornali, riviste, biglietti augurali, etichette...tutti accuratamente tagliati e disposti in ordine cronologico, dagli anni '50 agli anni '70. Di questo strano repertorio, Chiara Rame estrae indizi e tracce di esistenze lontane,
visibili a stento attraverso le tappe successive della fotografia e della stampa ma dense di una straordinaria presenza. Nel lavoro del tempo su queste immagini si è depositato qualcosa della misteriosa memoria fotografica. La moltiplicazione delle scelte progressive che hanno filtrato queste immagini fino a noi – ripresa, stampa, impaginazione, ritaglio, ripresa parziale... - hanno come distillato l'essenza delle sensazioni che hanno permesso loro di durare nel tempo, dense di tutte le attenzioni a loro dedicate. Queste fotografie “significano”: sono la somma di sguardi commossi o inquieti che le hanno generate. In esse si è depositato qualcosa del nostro strano e eterno bisogno di immagini.» (Christian Maccotta, direttore artistico di Boutographies)
Courtesy Confini 10
© Giammaria Cifuni, Via Guido Rossa
ll progetto fotografico di Giammaria Cifuni nasce dall’interesse per la vicenda umana e politica di Guido Rossa, operaio e sindacalista all’Italsider di Genova, assassinato dalle Brigate Rosse nel Gennaio del 1979. La serie di tre polittici è una composizione di immagini/frammenti di vie a lui intitolate in comuni e in province diverse (Torino, Milano e Bologna). La ricerca dei luoghi fisici si trasforma in una riflessione sulla memoria, sulle tracce che lascia, sulle scelte e i gesti che a volte si compiono per ricordare o come in questo caso commemorare.
L'autrice si è chiesta se esistevano strade intitolate a guido Rossa, e dove si trovavano. Il viaggio prima sulle mappe e poi per strade reali l'ha condotta quasi sempre in zone periferiche e industriali, in qualche modo simili tra loro. Molte in piccoli comuni, spesso ai margini di altri più grandi, quasi inglobati in essi. Zone urbane sovrapposte a zone che, per ora, non lo sono.
Courtesy Confini 10