Quelli che il PD ha deciso di non candidare
Chi sono i tre candidati bocciati dal PD e i due che si sono ritirati: tutti e cinque hanno (o hanno avuto) questioni con la giustizia
Ieri il Comitato nazionale di garanzia del PD, presieduto da Luigi Berlinguer, ha annunciato che Vladimiro Crisafulli, Antonio Papania e Nicola Caputo non saranno candidati nelle liste del PD, in base a «un criterio di opportunità». Il Comitato ha comunicato anche la rinuncia spontanea alla candidatura da parte di altri due vincitori delle primarie per i parlamentari: Bruna Brembilla e Antonio Luongo.
Tutti e cinque – sia i tre esclusi che i due che hanno rinunciato volontariamente – avevano ottenuto buoni risultati alle primarie dei parlamentari del 30 dicembre e sono stati coinvolti a vario titolo in indagini o procedimenti giudiziari. Crisafulli e Luongo sono stati rinviati a giudizio, Caputo è indagato, Papania patteggiò una condanna e Brembilla è stata indagata – anche se poi le accuse nei suoi confronti sono state archiviate. Per queste ragioni il PD ha deciso di escluderli.
Vladimiro Crisafulli, detto Mirello, è nato a Enna, in Sicilia, nel 1950. È stato membro del PCI, poi dei DS e del PD. Nel tempo, sempre con il centrosinistra, è stato consigliere provinciale di Enna, per tre legislature – dal 1991 al 2006 – deputato dell’assemblea legislativa siciliana. Con il PD è stato deputato alla Camera nel 2006-2008 ed è attualmente senatore. Crisafulli è un politico fortemente radicato sul territorio di Enna, tanto che Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella gli attribuiscono in un articolo la frase: «Ad Enna vinco col proporzionale, col maggioritario e pure col sorteggio».
Il «criterio di opportunità» fa riferimento probabilmente alla situazione giudiziaria di Crisafulli, che nel 2010 è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio. Crisafulli è accusato di aver ottenuto – a spese della provincia – la pavimentazione di una strada provinciale di Enna che conduce alla sua villa. Un’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, per essere stato ripreso a discutere di favori con un assessore provinciale di Enna poi condannato per associazione mafiosa, venne archiviata nel 2004. Crisafulli ha commentato l’esclusione dicendo che si tratta di «giacobinismo allo stato puro. Un errore e una scorrettezza clamorosa».
Antonio Papania, detto Nino, è nato nel 1959 ad Alcamo, in provincia di Trapani. Papania è stato per due volte deputato dell’assemblea legislativa siciliana, prima con il Partito Popolare Italiano e poi con la Margherita. Nel 2005 è entrato in Senato al posto di Michele Lauria, dimessosi per incompatibilità. Nel 2006 viene nuovamente eletto al Senato con la Margherita. Alle primarie per la scelta dei parlamentari, Papania ha ottenuto 7.000 voti, conquistando il secondo posto nella lista per il Senato del PD. Papania è membro della Direzione nazionale del Partito Democratico.
Il «criterio di opportunità» per l’esclusione di Papania riguarda un caso già chiuso. Si tratta di un patteggiamento a 2 mesi e 20 giorni di carcere, convertiti in multa, che Papania accettò in un processo per abuso d’ufficio. Papania era all’epoca assessore regionale al lavoro ed accusato di procedure di assunzioni irregolari per alcuni cantieri nella città di Palermo. Papania non ha ancora commentato la decisione di escluderlo dalle liste.
Nicola Caputo è nato nel 1966 e dal 2005 è deputato all’assemblea regionale campana prima con l’UDC e poi con il PD. Da consigliere regionale non avrebbe potuto partecipare alle primarie per i parlamentari, ma il Comitato gli aveva concesso una deroga che ieri è stata ritirata. Caputo aveva ottenuto un buon risultato alle primarie, ottenendo 6.000 voti e piazzandosi primo nella provincia di Caserta. Caputo è indagato dall’11 gennaio in un’inchiesta sulle false fatture che alcuni consiglieri regionali campani avrebbero emesso per ottenere i rimborsi per le spese di comunicazione. Caputo ha commentato la sua esclusione sulla sua pagina di Facebook: «Mi dispiace. Siamo in un partito difficile… Ora con serenità decideremo cosa fare. Grazie a tutti, un abbraccio forte».
Bruna Brembilla è stata a lungo consigliera e poi, per due mandati e fino al 2004, sindaco di Cesano Boscone, in provincia di Milano. Dal 2004 al 2009 è stata assessore all’ambiente della provincia di Milano. Brembilla nel 2006 venne indagata all’interno di un’inchiesta sui rapporti tra politica e ‘ndrangheta. Nel 2009 la sua posizione venne archiviata. Domani a Gaggiano, in provincia di Milano, Brembilla ha annunciato che terrà una conferenza stampa sui retroscena della sua rinuncia.
Antonio Luongo è nato a Potenza nel 1958 ed in parlamento dal 1996, prima con il PDS, poi con i DS e infine con il PD. Luongo è stato rinviato a giudizio con l’accusa di corruzione nel 2009 ed è attualmente imputato nel processo “Iena 2” a Potenza.