La protesta degli indigeni in un museo abbandonato di Rio de Janeiro
Le foto dei nativi brasiliani che occupano un ex museo da demolire in vista dei Mondiali di calcio e delle Olimpiadi
Sabato a Rio de Janeiro la polizia brasiliana ha cercato di sgomberare l’ex Museo Indigeno che sorge accanto allo Stadio Mário Filho, meglio noto come Maracanã, occupato da diverse famiglie di nativi. L’insediamento si trova a pochi metri dallo stadio che sta subendo grossi lavori di ristrutturazione ed ampliamento per ospitare la finale della Coppa del Mondo di calcio nel 2014 e in vista delle cerimonie di apertura e chiusura delle prossime Olimpiadi, che si terranno in Brasile nel 2016. Le autorità hanno ordinato lo sgombero perché il museo si trova in un’area su cui sorgeranno, secondo il progetto, un grande centro commerciale e ricreativo e un parcheggio. Molte delle costruzioni adiacenti allo stadio sono già state demolite nel corso degli ultimi due anni.
Il Museu do Indio, fondato dall’antropologo Darcy Ribeiro e costruito nel 1847, ospitava il museo nazionale brasiliano sulla cultura e le tradizioni indigene ma era stato abbandonato nel 1977 e da qualche anno un gruppo di indigeni di quasi dieci etnie diverse (tra cui Guarani, Pataxo, Kaingangue e Guajajara) ne aveva occupato un’area costruendo una decina di case. Ad ottobre il governatore di Rio de Janeiro, Sergio Cabral, aveva dichiarato durante una conferenza stampa che la demolizione dello stabile era “necessaria per ospitare la Coppa del Mondo” e che la richiesta era giunta direttamente dalla FIFA. Sabato quindi la polizia si è recata sul posto per iniziare le operazioni di sgombero ma gli occupanti si sono rifiutati di abbandonare le proprie abitazioni, inscenando una protesta coi loro abiti tradizionali. Secondo la pagina Facebook del centro indigeno, sarebbero riusciti a ottenere una revoca dello sgombero, ma altre fonti sostengono che la polizia potrebbe intervenire da un momento all’altro.