Africani³
Persone africane che impersonano miti e simboli africani fotografate da Namsa Leuba, che è mezza africana e mezza svizzera
Namsa Leuba è una fotografa nata in Svizzera da madre guineiana e da padre svizzero.
Nel progetto fotografico Ya Kala Ben – “sguardo incrociato”, traducibile anche con “sguardo meticcio”, vista la sua biografia – Leuba ritrae alcuni costumi e comportamenti fisici tipici della cosmologia tradizionale della Guinea. Ispirandosi alle statuette utilizzate durante i cerimoniali sacri, Leuba mette in posa alcune persone “travestite” da personaggi che derivano dalla fantasia, dalle credenze e dalla magia e che rappresentano simboli e radici culturali antiche e profonde della cultura e della memoria collettiva dell’Africa.
Leuba prova a «decostruire e ricostruire i corpi e a rappresentare l’invisibile». L’obiettivo della fotografa raccoglie l’immagine di questi esseri simbolici con l’idea di decontestualizzare il sacro-simbolico-mistico e rendere leggibile all’Occidente quest’estetica molto particolare, colorata, con sfondi di tessuto e figure mitologiche. Per riuscire a fare queste fotografie Leuba ha dovuto covincere molti guineiani che ritenevano il suo lavoro blasfemo. Nella serie di immagini ci sono ritratti a figura intera, ritratti, paesaggi, momenti religiosi.
Leuba è una fotografa molto interessante: espone le sue opere in diverse gallerie e pubblica su molti giornali. Gli aggiornamenti circa il suo lavoro vengono segnalati periodicamente nel suo blog. Tutti i lavori hanno un tratto distintivo molto chiaro, uno stile preciso che mischia elementi della cultura occidentale e della moda con elementi popolari, tratti dalle tradizioni ancestrali africane e dalle estetiche religiose e mistiche.