Il caso di Erika Andiola
L'arresto della madre e del fratello di un'attivista per i diritti degli immigrati clandestini ha riaperto il dibattito sull'immigrazione negli USA
Nella notte tra giovedì e venerdì, a Mesa, vicino Phoenix, in Arizona, la madre e il fratello di Erika Andiola, un’attivista per i diritti degli immigrati clandestini abbastanza conosciuta, sono stati arrestati dall’ICE, l’agenzia federale che si occupa di contrastare l’immigrazione clandestina. Le modalità dell’arresto nel cuore della notte – la madre di 53 anni è stata ammanettata davanti ai figli – il fatto che venisse colpita la famiglia di un’attivista e il video in cui Erika racconta l’episodio hanno trasformato la notizia in un caso finito su tutti i media americani.
Il fatto è avvenuto in Arizona, uno stato al confine con il Messico. Si tratta di uno degli stati con il più alto numero di immigrati ed è diventato famoso, qualche anno fa, per una legge contro l’immigrazione – poi bocciata dalla Corte suprema – definita la più dura di una generazione. L’ICE ha smentito ieri le accuse di aver preso di mira la famiglia di Erika per via della sua attività politica in favore degli immigrati clandestini.
Erika Andiola è nata a Durango, in Messico, ed è immigrata negli Stati Uniti, senza documenti, quando aveva 11 anni. Nel 2009 si è laureata in psicologia all’Arizona State University e oggi fa parte di numerosi gruppi di attivisti per la difesa dei diritti degli immigrati clandestini. Sul tema tiene un blog sull’Huffington Post. La madre di Erika, dopo il rilascio, ha ricevuto un permesso per risiedere negli Stati Uniti per un anno. L’ICE, infatti, ha il potere discrezionale di decidere quali misure prendere nei confronti degli immigrati clandestini.
Erika, come la madre, è un’immigrata clandestina, ma può godere di un certo status legale grazie al Deferred Action for Child, un ordine esecutivo – cioè una sorta di decreto legge – di Barack Obama che l’anno scorso ha fermato i rimpatri degli immigrati sotto i 31 anni che sono entrati nel paese prima di compierne 16. La sua famiglia quindi è divisa in due, tra chi gode di questo status e chi rischia, come la madre, di essere rimpatriata in ogni momento.
Questa situazione, però, potrebbe cambiare presto: l’immigrazione sarà probabilmente uno dei temi centrali della seconda presidenza Obama. Secondo molti commentatori, la Casa Bianca sta preparando una nuova legge per creare per la prima volta un percorso per permettere agli immigrati clandestini di acquisire la cittadinanza americana. Soltanto l’anno scorso sono state rimpatriate quasi 420 mila persone, in buona parte originarie del Messico.