Lo strano viaggio del capo di Google in Corea del Nord
Eric Schmidt è andato a Pyongyang con l'ex governatore del New Mexico, e la cosa non è piaciuta al Dipartimento di Stato americano
Eric Schmidt, il presidente esecutivo di Google, ha terminato il proprio viaggio in Corea del Nord insieme con una delegazione di statunitensi che comprendeva anche Bill Richardson, l’ex governatore del New Mexico. La visita nei giorni scorsi era stata molto criticata da alcuni osservatori e dai media statunitensi, e c’erano state diverse perplessità anche da parte del Dipartimento di Stato americano. Schmidt e gli altri partecipanti hanno comunque chiarito di essere andati in Corea del Nord a titolo personale, quindi senza rappresentare istanze o necessità di particolari aziende o istituzioni.
Di ritorno dalla capitale Pyongyang, Richardson ha spiegato all’aeroporto di Pechino (Cina) che il viaggio si è rivelato particolarmente produttivo e che, nei limiti del possibile, il regime della Corea del Nord è stato invitato ad aprirsi maggiormente alle nuove tecnologie, soprattutto sul piano delle telecomunicazioni. «Ci è piaciuto il nostro viaggio in Corea del Nord, specialmente l’incontro con il popolo nordcoreano, e abbiamo avuto una buona occasione per parlare della diffusione di Internet e dei cellulari nel paese», aveva detto Richardson prima di prendere il volo verso Pechino.
Il viaggio era stato definito dai partecipanti come una “missione umanitaria privata”. Uno degli obiettivi sembrava essere quello di negoziare con il regime il rilascio di Kenneth Bae, un cittadino statunitense arrestato nel mese di dicembre. L’uomo, che lavora come operatore turistico nel paese, sarebbe accusato di avere compiuto atti ostili contro il regime nordcoreano, ma le notizie sul suo caso sono scarse e poco precise perché le autorità non hanno diffuso molte informazioni. Le trattative per liberare Bae non sembrano essere comunque andate a buon fine.
La delegazione ha incontrato durante il proprio viaggio un viceministro della Corea del Nord, mentre non ha avuto la possibilità di incontrarsi con personalità di rango maggiore. I responsabili del regime, a partire dal dittatore Kim Jong-un non hanno organizzato nessun incontro con gli statunitensi in visita. Richardson si occupa da tempo della Corea del Nord e aveva già condotto in passato alcuni negoziati con il regime, sopratutto negli anni Novanta e non sempre con il sostegno ufficiale da parte del Dipartimento di Stato. La sua visita non ha quindi sollevato molte perplessità nel paese, cosa che invece non è successa per la presenza di Schmidt.
In molti si sono chiesti che cosa sia andato a fare di preciso uno dei massimi responsabili di Google (fino ad aprile 2011 era stato amministratore delegato della società) a Pyongyang, ma lo stesso Schmidt ha preferito dare pochissime informazioni sul proprio viaggio. Google ha precisato che il suo presidente esecutivo ha condotto un “viaggio personale” e che l’azienda non commenta mai questo tipo di iniziative. Arrivato a Pechino di ritorno dalla Corea del Nord, Schmidt ha spiegato di avere fatto visita a un centro informatico e ha ricordato l’arretratezza tecnologica in cui si trova il paese sotto diversi punti di vista.
«Man mano che il mondo diventa più connesso, la decisione della Corea del Nord di essere praticamente isolata avrà serie conseguenze sul suo mondo fisico, sulla crescita economica e via dicendo. Sarà molto più difficile per loro tenere il passo, sopratutto economicamente», ha detto Schmidt ai giornalisti. Durante il proprio discorso di fine anno alla nazione, Kim Jong-un ha annunciato una serie di generiche iniziative per rafforzare l’economia della Corea del Nord e per migliorare le sue tecnologie. Il paese ha però scarsissime risorse economiche e, secondo diversi osservatori, gli annunci del suo dittatore sono stati semplice propaganda.
Solamente un numero limitatissimo di persone, quasi tutte appartenenti al regime, hanno parziale o libero accesso a Internet in Corea del Nord. Il governo mantiene uno stretto controllo su tutti i mezzi di comunicazione e limita al massimo la possibilità per i propri cittadini di comunicare con l’estero, o di informarsi da fonti diverse da quelle di stato. Come le altre grandi società del Web, Google praticamente non esiste in Corea del Nord. Il motore di ricerca negli ultimi anni ha avuto diversi problemi in Asia, a partire dalla Cina dove ha deciso di chiudere buona parte dei propri servizi in seguito alle numerose censure imposte dal governo di Pechino.
Prima dell’inizio del viaggio di Schmidt, di Richardson e del resto della delegazione, il Dipartimento di Stato americano aveva criticato la decisione di visitare la Corea del Nord. Insieme con molti altri membri della comunità internazionale, gli Stati Uniti stanno cercando di isolare il più possibile il regime nordcoreano, accusato di proseguire una pericolosa politica per produrre nuovi armamenti. Il 12 dicembre 2012 e dopo diversi test falliti, la Corea del Nord ha lanciato con successo un razzo collocando anche un oggetto, probabilmente un satellite, in orbita. L’operazione è stata criticata duramente e sono state ipotizzate nuove sanzioni economiche nel confronto del paese.