«Si è persa una grande occasione»
Corrado Passera spiega a Ferruccio de Bortoli perché non si candiderà alle prossime elezioni e critica la scelta di Monti di non creare una "lista nuova e unica"
Il Corriere della Sera di oggi pubblica una conversazione del suo direttore, Ferruccio de Bortoli, con il ministro uscente dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, sulla decisione di Mario Monti di candidarsi alla guida del prossimo governo, dopo le politiche di febbraio. Secondo Passera, la scelta di presentarsi alle elezioni con una lista collegata a quelle di UdC e Futuro e Libertà, e non con una lista unica e nuova, è un’occasione persa. Nell’intervista, Passera parla anche dei propri impegni futuri ancora da definire, della scelta di non candidarsi e dell’Agenda Monti.
Dopo la riunione di Sion, il convento romano nel quale Monti ha deciso la sua «salita in politica» insieme con Casini e Fini, non aveva detto più nulla. Solo un deluso «non ci sto» in tempo reale durante la riunione. Una rottura dura nei fatti, non nella forma. Oggi Corrado Passera, ministro dello Sviluppo Economico delle Infrastrutture e dei Trasporti, 58 anni appena compiuti, spiega le ragioni della sua scelta. Questa mattina aprirà (anche lui!) il suo bravo account Twitter e parteciperà al dibattito politico senza candidarsi. Con una sua personale agenda che si discosta non poco da quella Monti. E non è la sola sorpresa di questa conversazione domenicale.
«Si è persa una grande occasione, io credevo al progetto di una lista unica Monti sia alla Camera sia al Senato. C’è un grande mondo che non si riconosce né con la sinistra—soprattutto se condizionata dalle componenti estreme—né con l’antipolitica né con Berlusconi. Avevo dato la mia disponibilità a candidarmi, senza pretese di ruoli presenti o futuri. Fino a poche ore prima di quella riunione del 28 dicembre sembrava tutto fatto. Durante la riunione hanno prevalso le posizioni di Italia Futura, di Montezemolo, di Riccardi, di Casini. Ho preso atto e me ne sono tirato fuori, ma non farò mancare il mio sostegno a Monti». Perché non le piace la soluzione trovata, la politica è fatta, purtroppo, di compromessi, spesso al ribasso? «Non si è creata quella nuova formazione forte e chiara che io auspicavo ma un insieme di liste collegate che certamente faranno un buon lavoro, rimanendo però esposte alle vecchie logiche di corrente». Forse lei si aspettava di avere compiti più importanti, si è sentito un po’ messo in disparte? «Guardi, quella mattina Monti mi aveva chiesto la disponibilità ad assisterlo in un ruolo di coordinamento, ma avevo legato l’accettazione al progetto di lista nuova e unica». E ne ha parlato con Monti dopo la rottura? «Certo, il rapporto personale non è mai venuto meno; mi è stato anche chiesto se volevo entrare in lista, ma ho detto di no». E ha ricevuto offerte anche da altri schieramenti? «Non accetterei mai di candidarmi contro Monti».