Lo scandalo del turismo in Grecia
Alcuni funzionari pubblici avrebbero usato i soldi dell'agenzia nazionale per il turismo per scopi personali: dal 2003 mancherebbero 12 milioni di euro
Un nuovo scandalo finanziario ha colpito la Grecia e in particolare l’agenzia nazionale del turismo, coinvolta in una presunta frode multimilionaria. I revisori hanno esaminato i libri contabili dell’agenzia, scoprendo una serie di operazioni apparentemente improprie eseguite a partire dal 2003 per un totale di circa 12 milioni di euro. Secondo gli analisti queste operazioni coinvolgerebbero funzionari ed esponenti politici dei due maggiori partiti della Grecia, il conservatore Nuova Democrazia e il socialista PASOK, che fanno parte entrambi della fragile coalizione di governo. Il turismo in Grecia rappresenta uno dei pochi settori ancora in piedi, in un paese devastato dalla recessione economica, e rappresenta circa un sesto del prodotto interno lordo.
La frode è emersa dopo che la polizia greca ha arrestato cinque persone con l’accusa di aver usato il denaro dell’agenzia del turismo per scopi personali attraverso false fatturazioni: un funzionario dell’agenzia aveva cercato di incassare presso la Banca Centrale greca un assegno di 147.600 euro, intestato a un hotel dell’isola turistica di Syros, per dei servizi che non erano mai stati resi. Tra gli arrestati c’è Costas Vasilakos, ex consigliere speciale del segretario generale dell’agenzia del turismo Nikos Karahalios, del partito Nuova Democrazia. Karahalios, che è stato ascoltato dalla polizia, ha negato qualsiasi coinvolgimento nel caso, sostenendo di essere stato tirato in ballo per danneggiare la sua credibilità politica. Il ministro del Turismo Olga Kefaloyianni ha disposto un’indagine interna per verificare il coinvolgimento di altri funzionari nelle operazioni fraudolente dell’agenzia.
(Da dove vengono i guai della Grecia)
Gli sviluppi della vicenda sottolineano come, nonostante anni di monitoraggio internazionale e gli sforzi per controllare la spesa pubblica, la Grecia debba ancora superare le pratiche del passato, che secondo gli analisti hanno contribuito alla sua attuale crisi. Lo scandalo arriva in un momento delicato non solo per la lunga e grave crisi economica del paese ma anche per la recente protesta contro il fallimento delle indagini nei confronti della famigerata lista Lagarde, che conteneva i nomi di molti greci che avrebbero portato nelle banche svizzere quasi 2 miliardi di dollari sottrandoli al fisco. Lo scandalo ha colpito anche Giorgos Papaconstantinou, ex ministro delle Finanze nel governo Papandreou, accusato di aver cancellato dalla lista dei possibili evasori i nomi di alcuni suoi parenti.
foto: LOUISA GOULIAMAKI/AFP/GettyImages