I divieti per i cellulari in aereo fanno danni
Il New York Times e un tema eterno sul quale negli Stati Uniti potrebbe cambiare qualcosa: il divieto di usare dispositivi elettronici a fronte di rischi mai dimostrati
Tra le principali preoccupazioni di chi prende l’aereo con scarsa frequenza o ha paura di volare c’è quella che qualcuno a bordo possa avere il cellulare, o qualche altro dispositivo elettronico, acceso quando l’aeroplano sta per decollare o atterrare. Nella maggior parte dei paesi, le norme vietano espressamente di utilizzare qualsiasi tipo di aggeggio elettronico in quelle particolari fasi di volo, anche se ormai c’è un’ampia letteratura che dimostra quanto simili divieti siano immotivati perché sistemi come cellulari, portatili e tablet non influiscono sul regolare funzionamento dei sistemi di bordo. Come avevamo raccontato circa un anno fa, le limitazioni esistono principalmente per rendere meno caotica la vita a bordo nelle fasi più delicate del volo, ma secondo Nick Bilton del New York Times sarebbe tempo di ripensarle perché recenti fatti dimostrano quanto i divieti abbiano portato più danni che benefici.
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Prima di arrivare alla considerazioni di Bilton, è opportuno ricordare che nella maggior parte dei casi sugli aeroplani è consentito usare dispositivi elettronici come tablet, lettori di ebook, portatili, iPod e dispositivi simili. Non è permesso usarli durante le fasi di decollo e di atterraggio e per l’intera durata del volo devono avere le eventuali antenne per la ricezione da rete cellulare disattivate (la “modalità aeroplano”, come si chiama su molti smartphone). Alcune compagnie aeree, tuttavia, ora consentono di usare i propri dispositivi che usano il WiFi e, altre ancora, di effettuare telefonate durante la fase di crociera, solitamente con un sistema per cui i cellulari si collegano a una antenna sull’aereo, che invia poi il segnale verso terra. Il divieto di usare qualsiasi dispositivo durante la fase di decollo e di atterraggio è assunto da tutti i principali regolatori dell’aviazione civile.
Per dimostrare la propria tesi, Bilton elenca diversi esempi in cui volare con dispositivi elettronici è diventato rischioso, e non per colpa dei dispositivi. Lo scorso settembre un passeggero è stato arrestato a El Paso (Texas) dopo essersi rifiutato di spegnere il proprio cellulare mentre l’aeroplano stava atterrando. A ottobre, un uomo a Chicago è stato fermato dalla polizia perché stava utilizzando il suo iPad durante il decollo dell’aereo. E ancora, a novembre, diverse auto della polizia hanno attraversato di corsa una delle piste dell’aeroporto La Guardia di New York per circondare un aeroplano su quale non c’era un terrorista ma semplicemente un passeggero che si era rifiutato di spegnere il suo cellulare mentre l’aereo era sulla pista.
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Secondo Bilton, in casi simili non si può solamente dare la colpa ai passeggeri che si sono rifiutati di seguire le regole. Parte della responsabilità è anche della Federal Aviation Administration (FAA), l’agenzia federale statunitense per l’aviazione civile che ha il compito di stabilire le regole del gioco per quanto riguarda aeroplani e aeroporti: continua a mantenere in vita regole ormai datate, sulla base dell’idea mai provata che un cellulare (o un tablet) possa interferire con un aereo.
Altri casi si sono verificati in passato negli Stati Uniti. Nel 2010 un uomo di 68 anni prese a pugni un adolescente che non aveva spento il suo cellulare a bordo. L’assalitore fu arrestato e spiegò di avere reagito in modo violento con l’idea di proteggere l’aereo e i passeggeri. Nel 2011 si parlò molto dell’espulsione da un aereo dell’attore Alec Baldwin, che si era messo a usare il suo smartphone mentre l’aereo di linea su cui si trovava era parcheggiato a uno dei gate dell’aeroporto.
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Nel corso del tempo Bilton ha interpellato più volte la FAA sul tema dei dispositivi elettronici usati a bordo durante le fasi di decollo e atterraggio, ricevendo risposte diverse e variegate. È bene ricordare che in tutti questi anni la FAA, come nessun altro grande regolamentatore delle cose legate al volo civile, ha provato che cellulari e compagnia possono interferire con i sistemi di bordo. Eppure l’istituzione continua a comunicare questo tipo di messaggio, innescando ansie e paure in milioni di passeggeri.
Un anno fa a Bilton quelli della FAA spiegarono che il divieto esiste perché non ci sono certezze sul fatto che l’uso dei dispositivi a bordo sia del tutto sicuro. Gli dissero anche che la regola serve per fare in modo che i passeggeri siano attenti quando vengono illustrate le procedure di sicurezza, prima del decollo. Bilton chiese perché allora non è vietato leggere un libro, che costituisce comunque una distrazione, e quelli della FAA cambiarono versione dicendogli che dispositivi come iPad e Kindle potrebbero produrre emissioni elettromagnetiche tali da disturbare il volo. Poche settimane dopo avere dato questa risposta, la FAA annunciò un cambiamento alle proprie regole per consentire ai piloti di utilizzare gli iPad al posto dei tradizionali manuali nella cabina di pilotaggio.
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Bilton chiese spiegazioni e gli fu risposto che “due iPad sono una cosa ben diversa da averne 200”. I ricercatori della EMT Labs, una società che si occupa di test sui campi elettromagnetici, hanno però spiegato che le cose funzionano diversamente: non c’è una sostanziale differenza in termini di emissioni radio tra due o 200 iPad, perché “l’energia elettromagnetica non si somma in questo modo”.
Il divieto dei dispositivi a bordo non può nemmeno essere giustificato dal fatto che un aggeggio come un tablet o un grosso smartphone potrebbe colpire, magari al viso, un passeggero nel caso di una partenza o di un atterraggio turbolento. Un Kindle pesa circa due etti, un libro un po’ corposo e con copertina rigida arriva a pesare cinque volte tanto. Farebbe sicuramente più danno nel caso finisse in faccia a qualcuno.
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Lo scorso ottobre, dopo anni di polemiche e molte pressioni, la FAA ha annunciato di volersi mettere al lavoro per rivedere le regole sull’utilizzo dei dispositivi elettronici a bordo in tutte le fasi di volo, quindi decolli e atterraggi compresi. Le nuove decisioni sono attese con grande interesse perché potrebbero condizionare le scelte di istituzioni simili in giro per il mondo, ma per ora i responsabili della FAA non hanno comunicato termini temporali precisi. Sono al lavoro per istituire un apposito comitato, cosa che fa immaginare tempi relativamente lunghi per arrivare a qualche novità.
L’istituzione ha ricevuto sollecitazioni anche da esponenti politici per rivedere in tempi ragionevoli le proprie regole. Tra queste c’è stata anche una lettera inviata da Julius Genachowski, il presidente della Federal Communications Commission (FCC), l’agenzia governativa indipendente che si occupa delle comunicazioni negli Stati Uniti. Genachowski ha invitato la FAA a “consentire un maggiore uso dei tablet, dei lettori elettronici e degli altri dispositivi portatili, che consentono anche alle aziende piccole e grandi di essere più produttive ed efficienti, aiutando la crescita economica e la competitività degli Stati Uniti”.
L’articolo del New York Times si conclude con una considerazione su quanto in realtà gli attuali divieti siano più che altro dannosi:
Se si procederà lentamente, ci sarà almeno un caso in cui una persona su un aereo subirà un danno a causa di un dispositivo usato a bordo durante il decollo. Accadrà non perché il dispositivo avrà interferito con le strumentazioni. Semmai, succederà perché un passeggero avrà attaccato un compagno di viaggio, pensando in questo modo di proteggere l’aereo da un Kindle, che produce meno emissioni elettromagnetiche di una calcolatrice.