La tassa francese sui grandi guadagni è stata bocciata
La norma discussa che prevedeva un'imposta del 75% sulla quota di reddito oltre il milione di euro è stata dichiarata incostituzionale
Il Consiglio costituzionale francese ha dichiarato incostituzionale la nuova tassa, voluta dal presidente della Repubblica François Hollande, che prevedeva una tassazione del 75% sui guadagni oltre un milione di euro con la motivazione di «mancanza di uguaglianza rispetto agli oneri fiscali». La decisione presa dal Consiglio, tecnicamente, è una «censura», cioè l’abolizione di una legge non ancora promulgata. Quando Hollande promulgherà la legge finanziaria, questa non dovrà includere l’imposta sui grandi guadagni.
L’imposta aveva fatto molto discutere in Francia: secondo il governo si trattava di una tassa giusta, perché molto progressiva – cioè faceva pagare molto di più i più ricchi – utile anche a sistemare la situazione delle casse dello Stato. Secondo i numerosi critici, l’imposta non avrebbe prodotto un gettito significativo – sono solo 30 mila i francesi che guadagnano più di un milione di euro e grazie a varie esenzioni, ad essere colpiti dalla tassa sarebbero in molti meno – e sopratutto, avrebbe causato una fuga di ricchi dal paese, col risultato paradossale di diminuire il gettito totale delle imposte.
A proposito del timore di una fuga dei ricchi dalla Francia, David Cameron, primo ministro del Regno Unito, aveva dichiarato che avrebbe steso un tappetto rosso sulla Manica per accogliere i ricchi francesi in fuga dalle tasse di Hollande. Nell’ultimo periodo, diversi francesi hanno scelto di trasferirsi all’estero, suscitando ogni volta grandi polemiche e dibattiti nel paese. L’ultimo è stato l’attore Gerard Depardieu, andato a vivere in Belgio. Sempre in Belgio vorrebbe andare a vivere l’uomo più ricco di Francia, Bernard Arnault, che è proprietario, tra gli altri, anche del marchio Louis Vuitton. Le pratiche per il suo cambio di cittadinanza sono ancora in corso.