Il primo posto in classifica secondo la CNN – e al Post siamo d’accordo – spetta alla missione di Curiosity, il robot/laboratorio scientifico da due tonnellate paracadutato su Marte il 5 agosto scorso. Forse c’è stato un po’ troppo entusiasmo iniziale e per ora la sua missione non è ancora entrata nella storia.
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(AP Photo/NASA)
Più che di una scoperta, si tratta della quasi certezza di una scoperta. L’annuncio è stato fatto il 4 luglio durante un seminario a Ginevra, quando i responsabili degli esperimenti ATLAS e CMS hanno detto di aver scoperto una nuova particella che sembrerebbe essere proprio il bosone di Higgs (si saprà di più nel marzo 2013). Ma che cos’è il bosone di Higgs? In breve è la componente di un campo, il campo di Higgs, responsabile della massa di tutta la materia nell’universo.
(FABRICE COFFRINI/AFP/GettyImages)
Il 26 marzo James Cameron, il regista di Titanic e Avatar, è stato il primo uomo dopo cinquant’anni e il primo in assoluto a farlo da solo a raggiungere Challenger Deep, il punto più profondo della Fossa delle Marianne, 11 chilometri sotto la superficie del mare. Il regista ha compiuto la discesa su un batiscafo con cui ha raccolto alcuni campioni di fondale e fatto delle riprese con speciali telecamere per riprese 3D. L’impresa era già stata compiuta nel 1960 dal battiscafo della marina americana “Trieste”, guidato da due uomini.
(AP Photo/Julie Jacobson, file)
Il 14 ottobre Felix Baumgartner, un atleta di sport estremi, si è lanciato dai confini della stratosfera, a 39 chilometri dal livello del mare. Si è trattato del lancio dall’altezza maggiore della storia: 3 volte l’altitudine a cui volano gli aerei di linea. Per la prima volta nella storia un uomo ha oltrepassato in caduta il muro del suono. Per compiere il suo tuffo, Baumgartner ha raggiunto la stratosfera a bordo di una speciale mongolfiera e ha indossato una tuta simile a quella degli astronauti.
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(AP Photo/Red Bull Stratos, file)
Il 16 ottobre è stata comunicata la scoperta di un pianeta circondato da quattro soli. Mentre erano già conosciuti pianeti che orbitano intorno a due stelle binarie, quello di PH1 è stato il primo caso di un pianeta in orbita intorno a un sistema di stelle quadruple.
(Haven Giguere/Yale)
Sempre ad ottobre è stato scoperto il pianeta più vicino a noi al di fuori dal sistema solare. Il pianeta orbita intorno alla stella Alpha Centauri B e non ha le condizioni adatte ad ospitare la vita. Nonostante sia il pianeta “più vicino” al sistema solare, si trova comunque a circa 4 anni luce, cioè a circa 30 mila miliardi di chilometri dalla Terra.
(AP Photo/ESO, L. Calcada)
Grazie ai dati della sonda spaziale Dawn, della NASA, l’asteroide Vesta è stato riclassificato come “protopianeta”, cioè un pianeta che per qualche motivo non ha potuto completare il suo sviluppo. Non si può definire un asteroide, però, perché la sua struttura è densa e stratificata, come quella di un vero pianeta. Lo studio di Vesta e di un altro protopianeta, Cerere, potrebbe spiegare secondo gli scienziati molte cose sull’origine del sistema solare.
(AP Photo/NASA)
Nel 2011, dopo quasi 40 anni il programma Shuttle è stato sospeso. Nel corso del 2012 l’Enterprise, il Discovery, l’Endeavour e l’Atlantis, i quattro Space Shuttle superstiti, sono stati definitivamente ritirati e hanno affrontato i loro ultimi viaggi verso i musei dove saranno ospitati, spesso accolti con parate e manifestazioni.
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(Kevork Djansezian/Getty Images)
Nel 2012 gli Shuttle hanno smesso di volare, ma nello stesso anno è avvenuto il primo lancio di una capsula da trasporto privata. Nel primo volo, a maggio, è stata testata la capacità della capsula Dragon, prodotta dalla SpaceX, di agganciarsi alla Stazione Spaziale Internazionale. Ad ottobre è avvenuto il primo vero e proprio lancio di materiale da rifornimento.
(Roberto Gonzalez/Getty Images)
A giugno è stata comunicata la notizia che alcuni ricercatori dell’Università di Washington sono riusciti a ricostruire quasi interamente il genoma di un feto, partendo da un campione di saliva del padre e da un campione del sangue della madre incinta. Questo metodo potrebbe permettere di individuare moltissime malattie genetiche, senza la necessità di praticare test invasivi come l’amniocentesi, potenzialmente dannosi sia per la madre che per il feto.
(Joe Raedle/Getty Images)