La Cina restringe ancora l’accesso a Internet
Chi vuole utilizzare i servizi online dovrà registrarsi col proprio vero nome: segno della strada che intende percorrere il nuovo governo, insediato da un mese
Il governo cinese ha approvato oggi alcune norme che rendono più stretto il controllo delle autorità sugli utenti di Internet. Si tratta per larga parte del potenziamento di misure già previste, che impongono a chiunque sottoscriva un servizio per navigare online o utilizzare un telefono di dare i propri dati personali ai fornitori del servizio.
La legge esisteva già dallo scorso anno ma non era ancora stata messa in atto seriamente. Il fatto che le restrizioni siano state messe in atto ora è secondo molti una conseguenza del cambio al vertice del Partito Comunista e dello stato cinese deciso con il congresso di un mese fa. Nel nuovo governo, guidato da Xi Jinping, il massimo responsabile di Internet si chiama Liu Qibao ed è conosciuto per il suo approccio favorevole alla linea dura su temi come la censura e la circolazione dell’informazione online.
Un approfondimento sul sito dell’agenzia ufficiale di stampa cinese, Xinhua, si intitola “Non c’è nulla da temere dalle nuove regole sull’identificazione su Internet”, dicendo che queste hanno solo l’obbiettivo di proteggere “i diritti legali e la privacy” dei navigatori cinesi.
Tuttavia i critici del provvedimento dicono le nuove misure servono in realtà a dare nuovi strumenti alle autorità per controllare e reprimere le critiche e le denunce nei confronti delle autorità che sono cresciute molto negli ultimi anni. Centinaia di milioni di cinesi usano internet, oggi, in particolare attraverso alcuni popolarissimi siti di microblogging simili a Twitter (che nel paese è bloggato) che si chiamano weibo, e servono anche come strumenti per diffondere notizie e materiale che possono potenzialmente creare difficoltà al governo. Sina Corporation, la società proprietaria del maggiore di questi servizi, aveva detto lo scorso marzo che le nuove norme rischiavano di “ridurre seriamente” il traffico su Sina Weibo: le autorità avevano imposto infatti l’accesso ai suoi utenti solo tramite l’inserimento del proprio nome e del numero della carta d’identità.
Negli ultimi mesi in Cina Internet è servita per organizzare alcune proteste locali, che sono servite a bloccare progetti controversi dal punto di vista ambientale, e in altri casi per creare degli scandali come quello di Lei Zhengfu, un responsabile locale del Partito Comunista, che è stato rimosso dopo la diffusione online di un video in cui faceva sesso con una ragazza di 18 anni.
Foto: AP Photo/Alexander F. Yuan