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10 nuove strane specie

Rhinopithecus strykeri

Negli ultimi dieci anni, il numero di nuovi mammiferi scoperti annualmente è stato intorno a 36. Tra le scoperte che hanno attirato maggiormente l’attenzione dei ricercatori c’è stata quella di un gruppo di scienziati che stavano realizzando alcuni censimenti di gibboni (specie di scimmie) in Birmania. Durante il loro lavoro, i ricercatori hanno identificato i primi esemplari di rinopiteco di Stryker (Rhinopithecus strykeri) mai osservati nel paese. Si tratta di una specie di scimmia a elevato rischio di estinzione ed è conosciuta nella zona come “scimmia col naso all’insù” per la particolare conformazione del suo viso. Ha il naso rivolto verso l’alto e, quando piove, le gocce d’acqua la fanno starnutire. Secondo le popolazioni locali, per questo motivo quando piove la scimmia se ne resta seduta da qualche parte, con la testa inclinata verso il basso e il viso stretto tra le gambe.

(foto: Fauna & Flora International)

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Tamoya ohboya

Le prime notizie su questa specie di cubomedusa si ebbero intorno al 2001, quando alcuni suoi esemplari furono osservati e fotografati. La prima cattura di una Tamoya hoboya avvenne nel 2008, mentre una descrizione completa e più scientifica dell’animale risale allo scorso anno. Le cubomeduse, o Cubozoa per fare quelli precisi, comprendono una ventina di specie marine quasi tutte molto velenose e potenzialmente pericolose per l’uomo. Hanno solitamente un tentacolo a ogni angolo, che servono all’animale per gestire meglio gli spostamenti e per catturare le prede, in genere pesci. Questa particolare specie è stata chiamata Tamoya ohboya in seguito a una consultazione online: deriva dal modo di dire inglese “Oh Boy!” (“accidenti!”), pronunciato probabilmente da chi ha avuto a che fare almeno una volta con la cubomedusa e il suo veleno.

(foto: Ned DeLoach)

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Halicephalobus mephisto

Lunghi appena mezzo centimetro, questi nematodi (vermi cilindrici) sono a oggi gli animali terricoli che vivono a maggiori profondità conosciuti sulla Terra. Sono stati scoperti a una profondità di 1,3 chilometri in una miniera d’oro del Sudafrica, dove vivono a una temperatura intorno ai 37 °C e sono sottoposti e enormi pressioni. Stando ai ricercatori, il punto in cui sono stati trovati questi nematodi non ha avuto contatti con l’atmosfera terrestre per almeno 4mila anni. La scoperta di questi vermi cilindrici è molto importante non solo perché fa ipotizzare che vi possano essere altre forme di vita a ulteriori profondità nella Terra, ma anche che su altri pianeti si siano potute sviluppare forme viventi primordiali sottoterra.

(foto: un esemplare al microscopio elettronico, G. Borgonie, Ghent University, Belgium)

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Bulbophyllum nocturnum

È un tipo di orchidea epifita, cioè una pianta che vive su altre piante di solito per avere sostegno (non per sottrarle il nutrimento), e si tratta di una specie importante perché è la prima con un fiore che fiorisce di notte a essere osservata tra le 25mila specie conosciute di orchidea. I fiori di questa pianta iniziano ad aprirsi intorno alle dieci di sera e si richiudono una dozzina di ore dopo. È stata identificata in Papua Nuova Guinea e si teme possa essere a rischio di estinzione, anche se per ora non ci sono dati sufficienti per collocarla nella scala dello stato di conservazione.

(foto: Andre Schuiteman)

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Kollasmosoma sentum

È una specie di vespa parassitoide e ha la caratteristica di volare rasoterra, a circa un centimetro dal suolo in cerca delle sue prede. Quando trova la propria vittima, principalmente la specie di formiche Cataglyphis ibericus, la vespa compie una sorta di rapidissimo attacco aereo depositando nella formica un proprio uovo. Il blitz dura 0,052 secondi e non lascia scampo alla preda, che si trasforma in cibo per le larve della vespa. Un video mostra efficacemente come funzionano gli attacchi aerei di questi insetti.

(foto: C. van Achterberg)

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Spongiforma squarepantsii

Fa parte della famiglia delle Boletaceae e si chiama così in onore del personaggio SpongeBob dei cartoni animati, il cui nome completo in inglese è SpongeBob SquarePants. Anche se ricorda molto una spugna, e il nome stesso sembra indicarlo, si tratta in realtà di un particolare tipo di fungo e secondo i suoi scopritori è alquanto insolita, soprattutto rispetto agli altri membri della famiglia Boletaceae. A ben vedere, dicono i ricercatori, ci sono comunque diversi punti di somiglianza con il personaggio dei cartoni animati: il fungo ha un odore di frutta e SpongeBob vive in un’ananas; al microscopio la superficie del fungo ricorda quella del fondale marino in cui vive SpongeBob; infine, anche le microscopiche spore del fungo appaiono spugnose. La specie è stata identificata nel Borneo, in Malesia.

(foto: Thomas Bruns)

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Meconopsis autumnalis

Appartiene alla famiglia delle papaveracee e ha fiori molto grandi e vistosi, eppure fino a poco tempo fa era del tutto ignota come specie. La pianta, del resto, non vive in zone molto accessibili: è stata identificata in Nepal in un’area con un’elevazione tra i 3.300 metri e i 4.200 metri. Alcuni esemplari furono osservati e raccolti un paio di volte dai botanici in passato, ma non furono riconosciuti come appartenenti a una nuova specie. Accadde nel 1962 la prima volta e nel 1994 la seconda. Il suo nome è dovuto al periodo di fioritura della pianta, che si verifica nella seconda parte dell’estate e nei primi periodi autunnali.

(foto: Paul Egan)

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Crurifarcimen vagans

È della classe dei diplopodi e con i suoi 16 centimetri circa di lunghezza è il millepiedi più grande nella zona dei Monti dell’Arco Orientale, la catena montuosa che si sviluppa tra Kenya e Tanzania. Ha un diametro di circa 1,5 centimetri e ha mediamente 56 segmenti circolari, a ognuno dei quali sono collegate due zampe. Si trova a un’altitudine tra i 950 e i 1800 metri e vive nel legno in decomposizione. Il nome è composto dalle parole latine “crus” (zampe) e “farcimen” (salsiccia) e vuole quindi dire: salsiccia vagante su zampe.

(foto: G. Brovad)

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Diania cactiformis

Anche se sembra semplicemente un cactus, questo animale faceva parte dei lobopodi, esseri viventi apparsi per la prima volta nel Cambriano inferiore e secondo altri ricercatori nel Neoproterozoico (550 milioni di anni fa). Questi animali avevano corpi vermiformi e diverse paia di zampe. Nello specifico, il Diania cactiformis è rilevante per i ricercatori perché aveva zampe formate da tanti segmenti, cosa che sembra dare nuovi elementi a favore delle teorie secondo cui gli artropodi si siano evoluti da antenati appartenenti ai lobopodi (gli artropodi sono il gruppo di animali più diffuso sulla Terra, oltre due milioni di specie e comprendono insetti, aracnidi e crostacei). Il fossile del Diania cactiformis è stato scoperto nello Yunnan nel sud-ovest della Cina ed è lungo circa sei centimetri.

(foto: ricostruzione sulla base delle tracce fossili, Jianni Liu)

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Pterinopelma sazimai

Appartiene alla famiglia delle tarantole (Theraphosidae), ha una colorazione che vira verso il blu ed è stata identificata nel Parco Nazionale della Chapada Diamantina in Brasile. Il paese ha una enorme diversità biologica ed è di frequente una grande risorsa per la scoperta di nuove specie soprattutto nelle zone della Foresta Amazzonica, della Foresta Atlantica, nella savana tropicale del Cerrado e nelle Ande tropicali. Pterinopelma sazimai non è la prima specie di tarantola blu a essere osservata, ma come molte altre specie di questi ragni potrebbe essere a rischio, principalmente a causa delle attività dell’uomo.

(foto: Rogerio Bertani/ Instituto Butantan)